The imitation game

24/1/2015. Regista: Morten Tyldum. Sceneggiatura: Graham Moore (libro: Andrew Hodges). Cast: Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Mark Strong, Charles Dance, Matthew Goode, Allen Leech, Tuppence Middleton. 114 min. GB, USA. 2014. Adulti. (D)
Interessante biopic su Alan Turing, il matematico britannico che riuscì a decifrare i messaggi nazisti nella seconda guerra mondiale. La sua macchina, il precursore dei computer di oggi, permesse di accorciare la guerra, potenziò la vittoria alleata e salvò migliaia di vite. Nel 1952, il governo britannico accuso Turing di atti osceni per aver fatto sesso con un giovane di 19 anni. Dopo aver subito la castrazione chimica per evitare il carcere, Turing si suicidò. Un anno fa, la regina d'Inghilterra lo ha graziato a titolo postumo.

The Imitation Game ha fondamentalmente una buona storia dietro: la lotta di alcuni uomini che, con la loro intelligenza, cercano di contrastare una guerra mostruosa. La storia è nota, ma non è facile raccontarla bene: in primo luogo, perché non lo è realizzare un thriller supportato da termini matematici, e in secondo luogo, perché, prima di questa difficoltà, la tentazione di dirigere l’azione verso una “strada secondaria” -storia d'amore, conflitto personale, di gruppo, ecc- è molto forte.

Tyldum evita i due pericoli, da una parte dando peso a ciò che conta e sviluppando bene l'invenzione della macchina; dall'altra, affrontando le sottotrame drammatiche come quello che sono: necessarie ma secondarie. Così, questioni come l'omosessualità di Turing, la complessità del suo carattere (superba l’interpretazione di Cumberbatch) o i rapporti tra il matematico e il suo gruppo di lavoro, funzionano bene, dando drammaticità alla storia e controbilanciando una narrazione che poteva essere difficile da seguire.

Questo equilibrio traballa in un epilogo piuttosto forzato, in cui si racconta la condanna e la morte di Turing in una forma accelerata e molto meno elaborata rispetto al resto del film. In ogni caso, parliamo di leggi che violavano  diritti importanti e che, a quel tempo, godevano di ampio consenso. Ora succede con altre leggi. La storia ci giudicherà. E il cinema ne farà dei film. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.


Pubblico: Adulti. Contenuti: D (ACEPRENSA)

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