Lo Hobbit. La battaglia delle cinque armate

20/12/2014. Regista: Peter Jackson. Sceneggiatura: Fran Walsh, Philippa Boyens, Guillermo del Toro, Peter Jackson. Interpreti: Martin Freeman, Ian McKellen, Orlando Bloom, Evangeline Lilly, Luke Evans. 144 min. Nuova Zelanda, USA. 2014. Giovani.
Chiude, con questo avvincente film di guerra, l’adattamento in tre puntate che Peter Jackson ha fatto della storia pubblicata da Tolkien nel 1937. E' giusto congratularsi con Jackson per il suo lavoro sulle due saghe, per un totale di oltre 17 ore di filmati. Molto è accaduto dal dicembre 2001, quando ha avuto luogo la prima di Il Signore degli Anelli. La Compagnia dell’Anello.

Per oltre un decennio, Tolkien e le sue opere sono state sotto i riflettori e mi sembra logico, perché è un meraviglioso scrittore. Jackson, nel frattempo, con successi e insuccessi, ha fatto qualcosa di unico nella storia del cinema (ovviamente non paragonabile dal punto di vista delle strategie narrative e di produzione con Harry Potter).

La trilogia dell’Hobbit dura per un totale di quasi 8 ore. Penso che, grazie alla critica che è stata abbastanza dura, Jackson ha ridotto il filmato in ogni nuova release.

L’ho già detto nei commenti alle prime due parti di Lo Hobbit: più metraggio, più battaglie, più tono epico, più somiglianze con Il Signore degli Anelli, meno somiglianze con il tono casuale, rilassato e divertente della storia originale. Jackson si è difeso dicendo che gli investimenti nel film sono stati così alti che non aveva altra scelta che fare una trilogia per recuperare i soldi. Pertanto, il filmato doveva essere riempito con un sacco di azione. Capisco, ma non condivido.

Quindi, questo ultimo film è avvincente e ha delle sequenze d'azione formidabili. Tranne alcuni di quei terribili avvicinamenti aerei in elicottero con musica di cattivo gusto, ai quali manca soltanto un adesivo per visitare la Nuova Zelanda, il film è ben girato e ha un piano di produzione invidiabile, con luoghi e scenografie molto belle. E un attore meraviglioso, Martin Freeman, che interpreta un Bilbo semplicemente perfetto. E’ un peccato che non sia ancora più protagonista, perché quando gli sceneggiatori lo lasciano fare, dà alla storia il tono delizioso che Tolkien voleva.

Le viste di Erebor (la fortezza-palazzo scolpita nella pietra dai Nani) sono indimenticabili, i singoli combattimenti anche. Ci sono una dozzina di sequenze memorabili, molto meritevoli,... ma il film avrebbe guadagnato se fosse stato più breve, ritagliando battaglia, sangue e fuoco, per far brillare meglio i viaggi dei personaggi: Thorin squassato dalla febbre gialla, Thranduil divorato da orgoglio altezzoso, Gandalf che spegne gli incendi, Bilbo, l’amicizia commovente con i nani, la scoperta dell'amore per l’elfa Tauriel, il dramma  di Legolas, il coraggio di Bardo ...

Il ritorno a casa è davvero bello, anche se arriva quando sei ormai stanco dalle battaglie. Secondo me, è la parte migliore del film. E certamente, il collegamento con Il Signore degli Anelli è eccellente: ti viene un travolgente desiderio di rileggere i romanzi. Alberto Fijo. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

I pinguini di Madagascar

20/12/2014. Regista: Simon J. Smith. Animazione. 92 m. USA. 2014. Tutti.
I pinguini di Madagascar racconta l'origine del simpatico gruppo che è stato la gioia di adulti e bambini in Madagascar e il suo sequel. Dopo una divertente presentazione del gruppo nell’Antartide, il film fa un salto e ci porta fino ai giorni nostri, per introdurre la storia di un supercriminale che i pinguini dovranno combattere.

I pinguini di Madagascar sono un gruppo divertente e si districano a meraviglia in un cortometraggio. Dal 2008 hanno la loro propria serie, ma il lungometraggio non li favorisce troppo: perdono ingegno, si ripetono. La prima mezz'ora è deliziosa, piena di spirito; dopo lo script si limita ad accumulare situazioni divertenti, con alcuni abbassamenti di tensione inevitabili e, anche se è sempre divertente, finisce per saturare. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.


Pubblico: Tutti. (ACEPRENSA)

Exodus: Dei e Re

20/12/2014. Regista: Ridley Scott. Sceneggiatura: Steven Zaillian, Adam Cooper e Bill Collage. Interpreti: Christian Bale, Aaron Paul, Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Ben Kingsley, John Turturro. 151 min. USA. 2014. Giovani. (VS) dal 15 gennaio nelle sale.
Narrato e interpretato correttamente, questo adattamento del secondo libro della Bibbia travolge lo spettatore attraverso l'imponente messa in scena dell’inglese Ridley Scott (Alien, Blade Runner, Il Gladiatore), risolta con una classica progettazione al stile colossal, un montaggio mozzafiato ed effetti visivi di ultima generazione. Ma, come ne Le crociate e Robin Hood, anch’essi di Scott, lo script manca di profondità drammatica, morale e religiosa, nonostante la sua apparente fedeltà al testo biblico. Così la sua implementazione formale raramente commuove.

Pesano come lastre la clamorosa trascuratezza di numerosi personaggi secondari e, soprattutto, la mancanza di autenticità dei vari incontri di Mosè con Dio. Questo punto di vista è più esoterico e immanente che veramente religioso. Tocca fondo nelle splendide sequenze delle piaghe, dove Scott elimina i successivi avvertimenti che, secondo la Bibbia,  Mosè diede al Faraone, lasciando ambedue come semplici spettatori della collera divina .

In definitiva, il film adotta un’idea visionaria, anti-razionale e molto poco incarnata dell'esperienza religiosa, presentata con caratteristiche troppo vicine al fondamentalismo violento. Ciò accade nella brusca trasformazione di Mosè da ateo individualista e postmoderno, a credente quasi fanatico e leader rivoluzionario senza molto rapporto con il suo popolo.

La superproduzione di Scott è di gran lunga inferiore alle due versioni che fece Cecil B. DeMille de I Dieci Comandamenti, e anche di Il principe d'Egitto, il notevole film di DreamWorks. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. Contenuti: V, S (ACEPRENSA)

Magic in the moonligth

20/12/2014. Regista: Woody Allen. Sceneggiatura: Woody Allen. Interpreti: Colin Firth, Simon McBurney, Emma Stone, Catherine McCormack, Eileen Atkins, Erica Leerhsen. 97 min. USA. 2014. Giovani (D)
Anni 20 del secolo scorso. Stanley, famoso mago inglese che rifiuta tutto ciò che sa di soprannaturale, gode smascherando chiunque osi attribuirsi capacità divinatorie o capacità di comunicare con gli spiriti. Il suo amico e collega Howard gli propone di conoscere in Provenza la giovane americana Sophie, che -assistita dalla madre- ha sconvolto completamente una famiglia benestante. E anche se Stanley è convinto che è una imbrogliona, Sophie risulta essere troppo buona, tanto da fargli pensare che finalmente ha incontrato qualcuno in grado di modificare le sue convinzioni razionaliste.

Fedele al suo appuntamento annuale, Woody Allen offre una favola deliziosa, molto personale, dove batte e ribatte intorno all'idea se c’è qualcosa di più di quello che i nostri cinque sensi sono capaci di rilevare, se Dio esiste o no, o se c’è qualcosa di "magico" in grado di vivacizzare l'esistenza e dargli senso: questo è il dilemma. Può sembrare che Allen tocchi appena la questione, ma coglie come nessuno la nostalgia di sapere che qualcuno si occupa di noi.

Siamo così abituati al genio di Allen, che se non ci presenta qualcosa vicino al sublime, sembra che non ci abbia soddisfatto. Il fatto è che il gioco del film funziona, con il suo alone romantico, e scherzi e sorprese di buona fattura, seminando i dubbi che lo stesso regista ha. E’ molto opportuno questa bordata contro gli intellettuali saputelli, così egocentrici che anche quando cambiano il loro punto di vista, lo fanno per ammirare se stessi. Allen  potenzia i grandi attori che fino adesso non aveva chiamato, come Colin Firth e Emma Stone. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: D (ACEPRENSA)

St. Vincent

20/12/2014. Regista: Theodore Melfi. Sceneggiatura: Theodore Melfi. Interpreti: Bill Murray, Jaeden Lieberher, Melissa McCarthy, Naomi Watts,Terrence Howard, Chris O’Dowd. 102 min. Giovani. USA. 2014. (XD)

Il piccolo Oliver si è trasferito con la madre Maggie, che ha appena divorziato e fa lavori ausiliari in un ospedale, nella sua nuova casa di New York. Anche se ebreo, frequenta una scuola cattolica, dove fratel Geraghty cattura l'attenzione degli studenti parlando loro di santità, e proponendo un lavoro sull'argomento. Non sembra che il modello migliore sia quello del suo dimesso vicino di casa Vincent, improvvisato custode di Oliver per l’orario di lavoro della madre, che frequenta la compagnia di una “signora della notte”, beve, fuma e scommette sulle corse di cavalli. Anche se non si sa mai.

Debutto nel lungometraggio di Theodore Melfi, regista e sceneggiatore, che imprime un aria "indie" stile Little Miss Sunshine, con cui condivide l'idea che l'amore supera altri variabili rappresentative della miseria umana. Con una produzione di Peter Chernin -che è dietro Exodus: Dei e Re- gioca con la provocatoria idea evangelica che “i pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno di Dio”, mostrando Vincent, che ha difetti innegabili, ma anche altre caratteristiche che lo riscattano. E lo fa con intelligenza e simpatia, evitando facili moralismi o irrispettosi semplificazioni, suggerendo la santità nella vita quotidiana e toccando molte questioni attuali, come ad esempio la cura dei pazienti col morbo di Alzheimer o le famiglie in crisi per i problemi matrimoniali.

Il protagonista calza a pennello ad un grande Bill Murray, che è ben supportato da Melissa McCarthy, attrice in ascesa, Naomi Watts, credibile come prostituta di origine russa, e il bambino debuttante Jaeden Lieberher. José María Aresté. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. Contenuti: X, D (ACEPRENSA)

Interstellar

22/11/2014. Regista: Christopher Nolan. Sceneggiatura: Jonathan Nolan, Christopher Nolan (storia: Kip Thorne). Interpreti: Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain, Michael Caine, Matt Damon, Bill Irwin, John Lithgow, Casey Affleck, David Gyasi, Wes Bentley.169 min. USA. 2014. Giovani.
E’ facile criticare Interstellar per gli eccessi, per la sua esagerata lunghezza, perché la trama emotiva non appare riuscita e, soprattutto, perché allunga e semplifica un epilogo che richiedeva più concisione e mistero (il regista che ha lasciato mezzo pianeta a interrogarsi per una “trottola” in Inception, si sforza qui a chiarire anche il più piccolo problema di una trama, fino ad ora, eterogenea e confusa).

Tuttavia, se -in un film di 169 minuti- non ti dispiace che al 150 minuto si inizi ad esplorare un altro mondo, vuol dire che qualcosa deve avere Nolan, quando gli spettatori se ne entusiasmano. In altre parole: Interstellar è ben lungi dall'essere perfetto, ma è grande  spettacolo, uno di quei film che si consigliano agli amici senza paura, sapendo che non si pentiranno di aver lasciato i soldi al botteghino.

Il creatore della miglior saga di Batman racconta qui la storia di un padre che si imbarca in una complessa missione spaziale alla ricerca di una galassia in cui gli esseri umani possano vivere, perché la Terra è inabitabile. Partendo da questa sinossi, che condivide con titoli simili, e da una storia del fisico americano Kip Thorne, che prima attirò Steven Spielberg, Nolan costruisce una storia complessa su buchi neri, viaggi attraverso il tempo, e realtà in quarta e quinta dimensione.

Inception? Sì, ma alla grande. Nolan impazzisce letteralmente ricreando navi spaziali, mondi impossibili, galassie alternative e spazi paralleli. Il tutto accompagnato dall’utilizzo, anche piuttosto roboante, del suono e del silenzio, e da una colonna sonora -stridente alle volte- di Hans Zimmer. Questo eccesso mette lo spettatore nel mondo di Nolan, e aggiunge a questo festival di immagini e suoni una serie di interessanti riflessioni (non dico profonde, forse da questo angolo Spielberg avrebbe fatto meglio) sulla paternità, nonché alcune note azzeccate sull'ecologia sottolineando l'importanza dell'uomo come amministratore del pianeta.

Per concludere, per la gioia dello spettatore che va al cinema a divertirsi e a godere di una storia, si ritrova suk grande schermo un generoso cast: Matthew McConaughey, diventato un attore importante, fino a Michael Caine, Anne Hathaway, Jessica Chastain o Matt Damon. Come avevamo detto: un vero spettacolo! Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

Dracula untold

22/11/2014. Regista: Gary Shore. Sceneggiatura: Matt Sazama, Burk Sharpless. Interpreti: Luke Evans, Samantha Barks, Dominic Cooper, Charlie Cox, Sarah Gadon, Zach McGowan, Arte Parkinson, Diarmaid Murtagh, JJ Murphy.
92 min. USA. 2014. Adulti. (V)
Nel 1462, la Transilvania è un regno vassallo dell'Impero Ottomano. Il principe Vlad decide di ribellarsi, e per difendere il suo popolo e la sua famiglia dovrà fare un spaventoso accordo con una terribile creatura. Vlad l'Impalatore è una figura storica ben documentata, un eroe in Romania, il terrore dei Turchi. Nel 1897, l'irlandese Bram Stoker unì il mito del vampiro a questo personaggio, e lo convertì in icona del terrore popolare. Nel 1992, Dracula di Francis Ford Coppola per la prima volta ricorda il vero Vlad. La nuova versione va oltre e lo fa diventare un supereroe, il prototipo del cavaliere cristiano, difensore del debole, padre e marito perfetto.

Gary Shore ha realizzato un thriller d’azione – più di suspense che di terrore-  basandosi su una buona squadra di esperti di effetti speciali, con grandi battaglie, non troppo sanguinose, ingegnose trasformazioni e un esibizione dei poteri acquisiti dal principe Vlad, che lo trasformano in una macchina da guerra. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.


Pubblico: Adulti. Contenuti: V (ACEPRENSA)

La spia. A most wanted man

22/11/2014. Regista: Anton Corbijn. Sceneggiatura: Andrew Bovell. Interpreti: Philip Seymour Hoffman, Nina Hoss, Willem Dafoe, Rachel McAdams, Robin Wright. 121 min. USA. 2014. Giovani.
Il penultimo lavoro del compianto Philip Seymour Hoffman, nel ruolo del capo di un gruppo anti-terrorismo di Amburgo, è un esempio del suo enorme talento. Ciò può oscurare o minimizzare il merito di un film molto più di quanto ci si aspetterebbe, grazie all’atmosfera molto riuscita. I critici spesso ricorrono a questo concetto per spiegare quanto sia importante perché una storia funzioni, fluisca ed impatti; o perché si rovini, s’impanni e lasci indifferenti.

L’ olandese Corbijn è riuscito a dare alla sua storia un atmosfera molto attrattiva: i 121 minuti di riprese sono affascinanti. Il romanzo di John le Carré contiene meno sciocchezze esistenzialiste rispetto alle sue altre opere recenti, e aiuta il film ad essere “sconvolgente”, con un realismo inquietante (anche se Corbjin più che un buon regista, è un fotografo a cui il cinema, per il momento, non è il suo lavoro).

La sceneggiatura sa snocciolare una complessa operazione avente una impalcatura finanziaria molto importante: anche se è possibile dimenticarlo nei film, il denaro è fondamentale nel terrorismo! La storia si concentra sul lavoro di un piccolo gruppo di investigatori, gente comune, che non attirano l'attenzione, e passano inosservati.

Agenti stanchi con le occhiaie incrociano dati e raccolgono informazioni per raggiungere il cuore di un gruppo terroristico. Raramente il cinema è riuscito a ritrarre in un modo così potente lo schiacciante peso di chi deve difendere la propria squadra, cosciente che i servici di intelligence condividono informazioni e sono soggetti a pressioni da parte dei politici su di loro. Da sottolineare un Hoffman colossale, con un sorprendente il controllo della voce, dei gesti adeguati a un personaggio amante dell’alcool e che conduce una vita malsana.

Anche se nella versione originale suona scioccante, la decisione di lasciare che Hoffman (Günther Bachmann si chiama il suo personaggio) sia un tedesco con un inglese diverso di quello dei suoi colleghi tedeschi è stata indovinata, anche se genera un certo grado di confusione (vale lo stesso per i personaggi “tedeschi” di Rachel McAdams e Willem Dafoe). Alberto Fijo. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

The judge

22/11/2014. Regista: David Dobkin. Sceneggiatura: Nick Schenk  e Bill Dubuque da un argomento di David Dobkin e Nick Schenk. Interpreti: Robert Downey Jr., Robert Duvall, Vera Farmiga, Billy Bob Thornton, Leighton Meester, Vincent D'Onofrio, Jeremy Strong, Sarah Lancaster. 141 min. USA. 2014. Giovani (VSD)
Hank Palmer è un arrogante avvocato di New York che dovrà difendere suo padre, un onorabile giudice, accusato di omicidio.

Il problema di questo thriller è che la sceneggiatura è di Nick Schenk (Gran Torino) e che il nuovo arrivato Bill Dubuque non è all’altezza del ricco materiale narrativo e drammatico che sviluppa; oppure che è stato fatto qualche sbaglio nel taglio e nel montaggio finale. La verità è che la storia è troppo lunga, forse per eccesso di trame (alcune poco sviluppate). Questi difetti abbassano la qualità di The judge, che comunque è un interessante film drammatico adatto a un vasto pubblico. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. Contenuti: V, S, D (ACEPRENSA)

Due giorni, una notte

22/11/2014. Regista: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne. Sceneggiatura: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne. Interpreti: Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Frangiflutti, Simon Caudry, Catherine Salee. 95 min. Belgio. 2014.
Giovani-adulti.
Confesso: in generale, il cinema sociale non è il mio preferito. Paradossalmente, nonostante le storie sono, il più delle volte, molto drammatiche, di solito mi costa trovare il nervo emotivo. Quindi, e malgrado i fratelli Dardenne non siano Ken Loach, mi sono avvicinato con una certa apprensione a Due giorni e una notte, l'odissea di una giovane madre che, per mantenere il suo lavoro, deve ottenere dei suoi compagni di squadra che rinuncino ad un bonus di mille euro. Durante un fine settimana, due giorni e una sera, accompagnata dal marito, si recherà in visita a ciascuno dei suoi colleghi per cercare di convincerli.
Come se vede, sulla carta, la storia è molto piccola. Il modo con cui filmano i Dardenne –cinepresa a mano attaccata al personaggio- non è particolarmente innovativo ... E tuttavia, questo film riesce a trasmettere tutto quel patos che viene diluito in titoli simili. Senza entrare in arringhe politiche o denunce strutturali, i Dardenne mettono il dito nella piaga su un dramma umano – di nuovo il paradosso- per espanderne i margini e costruire un film sociale che interpella, fa pensare e commuove.

Film umano al cento per cento che avvicina il riflettore, come la cinepresa, a ogni personaggio, a ogni famiglia e ne trae  conclusioni. Il problema -e la soluzione-, allora non è la disoccupazione, né le leggi, né una certa struttura, ma le persone. Senza fare un discorso, senza valersi di slogan, è chiaro in questa storia come, della crisi, si esce soltanto con sforzo, con generosità, con coerenza su certi principi e mettendosi nei panni del prossimo. Se poi il film può contare su una magnifica interprete e su un ritratto del matrimonio tanto attraente quanto poco edulcorato ... cosa altro si può dire? Che si conferma che al cinema non va bene andare con timori e pregiudizi. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani-adulti. (ACEPRENSA)

Le due vie del destino - The Railway Man

20/9/2014. Regista: Jonathan Teplitzky. Sceneggiatura: Frank Cottrell Boyce, Andy Paterson (sulla autobiografia di Eric Lomax).  Interpreti: Nicole Kidman, Colin Firth, Stellan Skarsgård, Jeremy Irvine, Hiroyuki Sanada, Sam Reid, Marta Dusseldorp, James Fraser. 110 min. Australia, GB. 2013. Giovani-adulti.
Eric Lomax sa tutto di treni e orari ferroviari nel Regno Unito. Con questo aspetto e il suo fascino indefinibile di "saggio nelle nuvole" impressiona Patricia Wallace, una donna in viaggio, il che conduce all'amore e al matrimonio. Ma Eric non ha potuto superare il suo trauma postbellico della seconda guerra mondiale, quando è stato prigioniero dei giapponesi, e ha partecipato alla costruzione della linea ferroviaria che doveva collegare la Tailandia e la Birmania, impegno immortalato da David Lean nel film Il ponte sul fiume Kwai. Gli incubi lo assaliscono e Patricia, che non sa come aiutarlo, si rivolge ai vecchi compagni d'armi di suo marito per un consiglio.

Il film è basato su una storia vera, raccontata dal protagonista nella sua autobiografia. Le due vie del destino è diretto dallo sconosciuto australiano Jonathan Teplitzky. Le intenzioni sono certamente nobili,: descrivere come un uomo deve fare i conti con i suoi demoni interiori, il prezioso aiuto che può dare una moglie,  il bisogno di amore e di perdono, come binari - mai meglio detto in questo film di treni - che portano a guarire le ferite dell'anima.

Il risultato, realizzato con andirivieni nel passato, è irregolare, non viene definito un tono, e ci sono piccole incongruenze che spiazzano: per esempio, vi è l'impressione che il matrimonio abbia avuto luogo senza che Patricia conoscesse i problemi psicologici di Eric, e non siamo pronti per la falsa partenza del vecchio compagno d'armi Finlay. Il primo flashback è completamente inaspettato e stordisce, forse come effetto desiderato ma che lascia disorientati. La sensazione è che ci sono parti buone, ma non riescono a comporre con completezza la figura che ci si aspetta in un puzzle.

Colin Firth prende su di sé il peso della trama, insieme a Jeremy Levine nella sua versione giovane. Gli altri attori portano la loro professionalità, anche se in ruoli secondari, tra cui quello della convincente Nicole Kidman. (DECINE21)


Pubblico: Giovani-adulti.  Contenuti: Azione 1 | Amore 2 | Lacrime 2 | Risate 0 | Sesso 0 | Violenza 2 (da 0-4) (DECINE21)

I Mercenari 3 - The expendables

20/9/2014. Regista: Patrick Hughes.Sceneggiatura: Sylvester Stallone, Creighton Rothenberger Katrin Benedikt. Interpreti: Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li, Antonio Banderas, Wesley Snipes, Dolph Lundgren, Mel Gibson, Harrison Ford, Arnold Schwarzenegger, Kellan Lutz, Terry Crews, Ronda Rousey, Kelsey Grammer, Natalie Burn, Robert Davi, Sarai Givaty. 126 min. USA. 2014. Giovani.
Terzo capitolo della saga, The Expendables, senza inganno dà quello che ci si aspetta, un sacco di azione adrenalinica, attori di una certa età, gli abituali, più alcuni nuovi come la debuttante lottatrice Ronda Rousey, molto popolare negli Stati Uniti. Con il consueto senso di autoironia.

La formula inventata da Sylvester Stallone torna a funzionare, questo è innegabile. E in questo senso, la trama è quasi la cosa meno importante, uno scheletro con la minima consistenza desiderata: Barney Ross sta per perdere uno dei suoi uomini in una missione dove scopre che il suo eterno nemico Stonebanks, con il quale aveva fondato il gruppo “The Expendables”, è vivo e più cattivo che mai; vede che lui stesso e i suoi ragazzi sono troppo anziani e per dare la caccia a Stonebanks recluta una squadra di giovani, meno rozzi rispetto ai loro predecessori, con qualche conoscenza di computer; naturalmente alla fine dovrà fare ricorso ai vecchi colleghi.

Il film è divertente e fanno una buona figura alcuni dei nuovi arrivi, in particolare Harrison Ford, Mel Gibson, Wesley Snipes e Antonio Banderas, che hanno avuto spazio per alcune improvvisazioni un po’ pazzesche. L'idea di Levriero “Banderas” che non smette mai di parlare, nonostante alcuni istrionismi, dà origine ad alcuni dei momenti più divertenti, dove la complicità con lo spettatore permette agli attori sane risate su se stessi. “Ci siamo divertiti”, dice Stallone a Harrison Ford a un certo punto, frase che ha un doppio significato sullo spirito di questi film. (DECINE21)


Pubblico: Giovani. Contenuti: Azione 4 | Amore 1 | Lacrime 1 | Risate 1 | Sesso 0 | Violenza 1  (da 0-4) (DECINE21)

Lucy

20/9/2014. Regista: Luc Besson. Sceneggiatura: Luc Besson. Interpreti: Scarlett Johansson, Morgan Freeman, Analeigh Tipton, Choi Min-sik, Lee Mason. 89 min. USA, Francia. Nelle sale dal 25 settembre. Giovani. (VX)
Scarlett Johansson interpreta Lucy, una studentessa americana a Taiwan, che il suo fidanzato del momento, un vanesio impresentabile, la costringe ad andare in un albergo per consegnare una valigetta a un certo signor Jang. Lucy si rende conto che l'operazione è pericolosa, ma non ha altra scelta che fare quanto richiesto e arriva il disastro: viene sequestrata dai narcotrafficanti e accidentalmente assume parte di una nuova droga.

Nel frattempo a Parigi, il professor Samuel Norman (Morgan Freeman) tiene una conferenza sull'evoluzione del cervello. Egli sostiene che usiamo solo il 10% della nostra capacità cerebrale e suggerisce che cosa potrebbe accadere se arrivassimo a usare il 20% o di più. Lucy scopre che la droga che ha ingerito apre la sua capacità mentale in un modo prodigioso e cerca di incontrare il professor Norman, mentre è inseguita dai narcotrafficanti.

Lucy non è il miglior film di Luc Besson, ma porta il suo timbro inconfondibile, è efficace e divertente; l'azione avanza inesorabilmente in linea retta con momenti molto riusciti, in particolare la sequenza del albergo in cui il grande attore coreano Choi Min-sik, senza dire una parola, impressiona con la sua sola presenza.

Purtroppo, la sceneggiatura che Besson ha scritto è un cocktail in cui si combinano elementi di Stanley Kubrick di 2001, molti altri di film precedenti dello stesso regista, e infinite confuse storie orientali come Akira, cosicché l'avventura di Lucy e il suo prodigioso cervello diventa in certi momenti delirante.

Scarlett Johansson, protagonista assoluta del film, svolge un buon lavoro; Morgan Freeman bene, secondo la norma, e Choi Min-sik -protagonista del tremendo film Old Boy-, eccellente. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. Contenuti: V, X (ACEPRENSA)

Dragon Trainer 2

20/9/2014. Regista: Dean Deblois. Sceneggiatura: Dean DeBlois, basata sul romanzo di Cressida Cowell. Animazione. 105 min. USA. 2014. Tutti.
Quattro anni fa DreamWorks Animation ha raggiunto un picco creativo con Dragon Trainer, di Chris Sanders e Dean DeBlois, i registi per la Disney  di Lilo & Stitch. Quell’eccellente film in 3D stereoscopico, sulla amicizia tra un bambino vichingo debole e intelligente e un mitico drago ferito, attirò i consensi unanimi della critica. Ora, il canadese DeBlois dirige in solitario il sequel, anch’esso basato sulle storie per bambini della scrittrice inglese Cressida Cowell. Il risultato è un po’ meno poetico e accattivante, ma sempre eccellente.

Cinque anni dopo che il piccolo Hiccup e l’impressionante Sdentato erano diventati amici, nel villaggio vichingo dell’Isola di Berk gli uomini vivono insieme in armonia con i draghi. Mentre Astrid, Patan e il resto della banda si sfidano in gare di draghi, l’adolescente Hiccup esplora territori inesplorati a dorso di Sdentato. Così scoprono un’isola segreta di ghiaccio, dove vivono centinaia di draghi selvaggi. Li alleva un misterioso Dragon Rider, che garantisce la protezione degli animali dalla tirannia di Drago, un uomo crudele per il quale lavora il cacciatore Eret.

DeBlois offre ancora una volta uno spettacolo travolgente, pieno di sfondi stupendi e con un’animazione digitale di primo livello messa al servizio di un gustoso cocktail comico-epico-romantico-drammatico, sviluppato con una progressione narrativa avvincente. Ringraziamo il regista canadese che ha mantenuto le qualità del film precedente e ha cercato di arricchirlo con la sotto trama del mascherato Dragon Rider, sulla capacità di sacrificio.

D’altro canto, le motivazioni del misterioso personaggio non sono molto ben spiegati e le due trame epiche di Eret e di Drago  non portano grandi sorprese. Infine, la colonna sonora di Powell, anche se brillante, rivisita troppo il tema del primo film. Con questi caveat questa seconda parte mantiene un alto livello tecnico e artistico. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Tutti. Contenuti: -- (ACEPRENSA)

Planes 2- Missione antincendio

20/9/2014. Regista: Roberts Gannaway. Sceneggiatura: Jeffrey M. Howard. Animazione. 83 min. USA. 2014. Tutti
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I DisneyToon Studios sono stati creati per produrre film di animazione di minore portata, destinati ad essere distribuiti direttamente in DVD e BluRay, ma a volte raggiungono prodotti di tale qualità arrivano ai cinema. E’ accaduto a quasi tutti i film del marchio Disney Fairies fuori degli Stati Uniti, ed è successo lo scorso anno con Planes, singolare spin-off disneyano della saga Pixar Cars, che ha incassato oltre 220 ​​milioni dollari in tutto il mondo, quasi cinque volte il suo budget di 50 milioni. Ora lo stesso percorso con  Planes 2 – Missione Antincendio, diretto dallo specialista Roberts Gannaway (Leroy&Stitch, Trilli e il segreto delle ali), sponsorizzata anche da John Lasseter, che ha portato l’idea di partenza.
Dopo essersi consolidato come famoso pilota automobilistico, il modesto aeroplanino agricolo Dusty riceve una notizia terribile: un pezzo importante e fuori produzione del suo motore è danneggiato e dovrà smettere di competere se non vuole schiantarsi. Desolato, Dusty accetta di fare il corso per diventare aereo di soccorso e antincendio. Si trasferisce al bellissimo Parco Nazionale Pistone Peak, dove riceverete istruzioni dall’esperto elicottero antincendio Blade, nel cui team ci sono Super Scooper Dipper, estroversa e facile a innamorarsi, l’elicottero da carico Windlifter, il trasporto aereo ex militare Cabbie e una banda di veicoli fuoristrada divertente e senza paura, nota come i Smokejumpers. Insieme dovranno combattere un terribile fuoco che minaccia l'intero parco.
Funziona alla grande questa nuova avventura tragicomica su dare alla vita una seconda possibilità, sul lavoro di squadra e le virtù del vero eroe. Anche in questo caso, lo script è agile, divertente ed emozionante. L'animazione è di alta qualità, soprattutto nella suggestiva sequenza dell’incendio, dove in particolare brillano gli effetti 3D stereoscopici. Continua a pesare il carattere un po’ troppo infantile, corale, e pedagogico, che alle volte porta all'accumulo di gag, una certa schematizzazione di alcuni caratteri secondari e qualche eccesso discorsivo. Ma nel complesso, si tratta di una produzione notevole per tutta la famiglia. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Tutti. Contenuti: ---- (ACEPRENSA)

Maleficent

26/7/2014. Regista: Robert Stromberg. Sceneggiatura: Linda Woolverton, Paul Dini e John Lee Hancock. Interpreti: Angelina Jolie, Elle Fanning, Sharlto Copley, Imelda Staunton, Miranda Richardson. 97 min. USA. 2014. Giovani.
Anche se si possono trovare precedenti letterari nel Medioevo, la storia della Bella Addormentata si tratteggia nel romanzo francese anonimo Perceforest (1527), si delinea nel racconto Sole, Luna e Talia (1636) dell’italiano Giambattista Basile, e viene consolidata con le versioni francesi di Charles Perrault –La Bella addormentata (1697) - e tedesca dei fratelli Grimm -Rosaspina (1812) -. Infine, la regina o fata cattiva diventa Malefica nel classico film di animazione La Bella addormentata, prodotto nel 1959 da Walt Disney. Si presenta ora la vera storia di Malefica con attori reali e 3D stereoscopico e con abbondanti animazioni digitali.

Malefica è una bellissima bambina con un cuore puro e delle sorprendenti ali nere. Vive in un idilliaco e magico regno nel bosco, dove non entrano mai gli umani. Nel corso degli anni, un tradimento crudele indurisce il suo cuore fino a trasformalo in pietra.

Ciò che colpisce di Maleficent è la sua immaginativa risoluzione visiva, simile a quella di Alice in Wonderland, di Tim Burton, o di Oz, un mondo fantastico, di Sam Raimi. Infatti, in Maleficent fa il suo debutto dietro la macchina da presa l’americano Robert Stromberg, direttore artistico di questi due film, il primo dei quali vinse l'Oscar 2011, confermando quello ottenuto un anno prima con Avatar.

Non sono all’altezza di questo splendido disegno di produzione altre parti del film, come la sceneggiatura di Linda Woolverton (La Bella e la Bestia, Il Re Leone, Alice in Wonderland), alle volte aritmica e inconsistente, o la pianificazione di Stromberg, confusa in varie sequenze. Comunque, Angelina Jolie risplende in ogni momento, Elle Fanning le tiene corda molto bene e il resto del cast recita bene. Il film è forse un po’ triste e violento per i piccoli, ma è molto suggestivo nei suoi paesaggi immaginari, vibrante nelle battaglie e affascinante nei voli di Malefica. Il film fornisce una critica accurata dell’avidità e della slealtà e loda la maternità, il perdono e il potere redentore dell'amore. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

Apes revolution - Il pianetta delle scimmie

26/7/2014. Regista: Matthew Reeves. Scneggiatura: Mark Bomback, Rick Jaffa e Amanda Silver. Interpreti: Andy Serkis, Jason Clarke, Kodi Smit-McPhee, Gary Oldman, Keri Russell, Toby Kebbell, Kirk Acevedo, Judy Greer. 130 min. USA. 2014. Giovani. (V)
Il mondo è cambiato da quando dieci anni prima un numeroso gruppo di scimmie geneticamente evoluto fugge da un laboratorio di San Francisco. Mentre le scimmie, guidate dall’intelligente e pacifico Caesar, hanno stabilito una fiorente colonia in una vicina foresta, un devastante virus attribuito a loro ha decimato l'umanità e ha causato sanguinose guerre, tanto che in San Francisco solo poche migliaia di persone sopravvivono in condizioni difficili. Un giorno un gruppo di uomini ha uno sfortunato incontro casuale con un gruppo di scimmie; Caesar cerca di calmare le scimmie e Malcolm (Jason Clarke), gli esseri umani. Ma, all'interno di ogni comunità, alcuni incoraggiano la sfiducia e pretendono di sterminare, o almeno sottomettere, l’altra specie. La guerra sembra inevitabile.

Matthew Reeves (Tre amici, Un matrimonio e un funerale, Cloverfield, Let Me In) conduce a buon porto questo meraviglioso racconto, che dà continuità a uno dei successi a sorpresa di tre anni fa: L'alba del pianeta delle scimmie, di Ruppert Wyatt, notevole prequel alla vecchia serie di film ispirati dal romanzo del francese Pierre Boulle. Una serie molto popolare che ha avuto inizio nel 1968 con Il Pianetta delle scimmie, di Franklin J. Schaffner, ed è proseguita nel Ritorno nel pianeta delle scimmie (1970), Fuga dal pianeta delle scimmie (1971), Battaglia per il pianeta delle scimmie (1973) ...

Questo nuova release sviluppa i drammi paralleli delle due famiglie protagoniste -una umana, l’altra scimmiesca- con vigorose interpretazioni e una travolgente animazione digitale che garantisce numerose sequenze di grande intensità emotiva e dà spessore morale alle sequenze di violenza tra le specie.

Risplende di nuovo il lavoro vocale e gestuale dell'attore Andy Serkis nella sua caratterizzazione della scimmia Caesar attraverso l’animazione per motion capture. Egli è accompagnato da un cast interessante di personaggi scimmieschi e umani che affrontano molte delle grandi questioni vitali -la famiglia, il rispetto reciproco, la legge naturale, la pace ... – con realismo ma senza fatalismi nichilisti, con un  certo ottimismo senza ingenuità bonacciona o ecologismi radicali, con una ricca e per niente manichea visione della natura umana, della sua grandezza e miseria. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Transformers 4 -L'era dell'estinzione

26/7/2014. Regista: Michael Bay. Sceneggiatura: Ehren Kruger. Interpreti: Mark Wahlberg, Nicola Peltz, Stanley Tucci, Jack Reynor, Kelsey Grammer, Titus Welliver, Sophia Myles, Li Bingbing, TJ Miller.165 min. USA. 2014. Giovani.
Dopo aver preso un po’ di aria con Pain & Gain - Muscoli e denaro-, un progetto personale che non funzionò del tutto, l’inossidabile Michael Bay riprende il ruolo di regista nel quarto capitolo della popolare franchise basata sui giocattoli Hasbro. In Transformers: L'era dell’estinzione replica anche lo sceneggiatore Ehren Kruger, di nuovo in solitario, responsabile delle due puntate precedenti, ma cambia completamente il cast, dopo la rinuncia di Shia LaBeouf.

Transformers: L'era dell’estinzione ha come protagonista Cade Yeager, inventore vedovo, che nonostante i suoi problemi economici cerca di tirare su Tessa, la sua figlia adolescente, innamorata di un giovane pilota che non  convince del tutto papà. Cercando di guadagnare qualche soldo vendendo ferraglia, Yeager acquista casualmente un vecchio e scassato camion che si rivelerà il robot alieno Optimus Prime, che nessuno ha visto dopo la distruzione causata cinque anni prima nella battaglia di Chicago. Sia lui che gli altri autobus rimangono nascosti, in quanto non sono visti con favore dal governo che cerca di sviluppare i propri congegni meccanici per proteggere l’umanità.

All'avvio, riesce a coinvolgere il pubblico con una promettente presentazione dei nuovi personaggi. E’ specialmente simpatica una piccola autocritica, in un dialogo che difende il film classico contro gli estenuanti blockbuster estivi di poco spessore drammatico, come il film in questione.

In Transformers: L'era dell’estinzione vengono suggerite piccole ma positive riflessioni sull’unità familiare e la vitale importanza dell'etica nelle innovazioni tecnologiche. Inoltre, gli sforzi del cast sono apprezzabili, soprattutto nel caso di Mark Wahlberg, avvincente e divertente nel ruolo di padre spaventato dalle piccole dimensioni degli shorts di sua figlia (la sexy Nicola Peltz). Recita bene anche Stanley Tucci nel ruolo dell’egocentrico guru della tecnologia, che sembra fare un omaggio a Steve Jobs.

Per queste ragioni i fan della serie potranno giustificare la scarsa consistenza della trama di Transformers: L'era dell’estinzione. Alcuni passaggi sono confusi, irrilevanti, ripetitivi o semplici scuse per mostrare gli effetti digitali e novità come i robot che si trasformano in dinosauri cibernetici. Le battaglie si allungano fino allo sfinimento, producendo un metraggio di 165 minuti, chiaramente eccessivi. Il pezzo finale è interminabile perché è di 40 minuti, girati in Cina e progettati per attrarre il pubblico cinese al quale vengono offerte alcune star locali e persino un trasformer samurai. DECINE21.


Pubblico: Giovani. Contenuti: Azione 4 | Amore 2 | Lacrime 0 | Risate 1 | Sesso 0 | Violenza 1  (da 0-4) (DECINE21)

Insieme per forza

26/7/2014. Regista: Frank Coraci. Sceneggiatura: Ivan Menchell, Clare Sera. Interpreti: Adam Sandler, Drew Barrymore, Wendi McLendon-Covey, Bella Thorne, Terry Crews, Joel McHale, Kevin Nealon. 120 min. USA. 2014. Giovani. (SD)
Adam Sandler interpreta Jim, vedovo sconsolato con tre figlie. Drew Barrymore è Lauren, in piena separazione da un uomo impresentabile, e deve battagliare contro due adolescenti. Jim e Lauren si conoscono in un appuntamento al buio senza successo e poi coincidono in una vacanza in Sud Africa, dove scopriranno l'ovvio.

Gli stessi due attori hanno recitato insieme in Prima o poi me lo sposo e 50 volte il primo bacio. Come quelli, il nuovo film si basa sulla miscela che si crea tra i due protagonisti. Il resto è ritardare l'inevitabile risultato e mantenere la tensione, in questo caso partendo dai figli e figlie di una e dell’altro. Il film è ricco di buoni sentimenti e tratta la famiglia e i figli in modo positivo, il che non impedisce alcune battute di poco gusto. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. Contenuti: S, D (ACEPRENSA)

X Men - Giorni di un futuro passato

26/7/2014. Regista: Bryan Singer Sceneggiatura: Simon Kinberg. Cast: Jennifer Lawrence, Hugh Jackman, Nicholas Hoult, Anna Paquin, Michael Fassbender, Ellen Page, James McAvoy, Halle Berry. 130 min. USA. 2014. Giovani.
Le Sentinelle, robot straordinari creati per il solo scopo di scoprire e uccidere i mutanti, sono in procinto di completare il loro compito. Sono sopravvissuti solo pochi X-Men e manca poco perché siano annientati. Tale è il drammatico inizio della nuova puntata delle avventure degli eroi di Marvel. Tutto è iniziato nel 1973, quando il professor Trask sviluppa le Sentinelle e cerca di convincere le autorità che il nemico attuale è il mutante.
Il suo omicidio convince le autorità che Trask aveva ragione. Il professor Xavier e Magneto vedono solo un modo per evitare il disastro: un viaggio nel tempo, fino il 1973, per impedire l'assassinio di Trask e le sue terribili conseguenze. Wolverine, l’unico essere in grado di sopravvivere a questo viaggio, andrà nel passato e s’incontrerà con il professor Xavier, Magneto e gli altri i suoi amici, allora adolescenti.
Gli X Men di Bryan Singer –regista o produttore- sempre stupiscono per il fatto che risulta difficile combinare ottimi effetti speciali, inevitabili coprotagonisti della storia, con un cast di attori competenti. Se c'è anche una buona storia, meglio ancora. Le puntate precedenti hanno funzionato benissimo, meritatamente. La nuova storia mantiene il livello di produzione, effetti e attori del passato, ma è più debole: manca gran parte di quella azione coinvolgente che avevano i precedenti capitoli di questa saga; mancano molti attori e ci mostrano un serie di conflitti non risolti, che avrebbero bisogno di un altro paio d'ore per essere portati a termine. Bryan Singer ha fatto bene il suo lavoro: il film è divertente, ha un pubblico fedele e sarà un successo. Tuttavia, sembra che la sua intenzione fosse quella di girare la prossima puntata, e I giorni di un futuro passato è soltanto una specie di aperitivo. Fernando Gil Delgado. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani (ACEPRENSA)

Grace de Monaco

24/5/2014. Regista: Olivier Dahan. Sceneggiatura: Arash Amel. Interpreti: Nicole Kidman, Tim Roth, Frank Langella, Paz Vega, Milo Ventimiglia, Derek Jacobi, Parker Posey, Geraldine Somerville, Robert Lindsay, Roger Ashton-Griffiths, Flora Nicholson, Jeanne Balibar. 103 min. Francia, USA, Italia. 2014. Giovani.
Questo nuovo biopic parziale del francese Olivier Dahan ha inaugurato con polemiche e recensioni negative il Festival di Cannes 2014. In primo luogo, i Grimaldi –i reali di Monaco- hanno denunciato i suoi “riferimenti storici erronei e letterari dubbi” che li obbligano a “mettere in discussione globale la sceneggiatura e i personaggi”. Inoltre, la maggior parte dei critici hanno criticato aspramente il film considerandolo accademico, superficiale, teatrale e freddo. Certo, qualche cosa di ciò si ritrova in Grace di Monaco, che forse verrà anche distrutto dagli storici. In ogni caso, sembrano esagerati tanti insulti.

L'azione comincia nel 1956, quando la grande star di Hollywood Grace Kelly (Nicole Kidman), di 33 anni e al culmine della sua carriera, ha finito di girare Alta società, di Charles Walters, e sposa il principe Ranieri III di Monaco (Tim Roth) rinunciando alla recitazione. Sei anni più tardi, nel 1962, il celebre regista britannico Alfred Hitchcock (Roger Ashton - Griffiths) offre a Grace l'opportunità di tornare in grande stile come protagonista del suo film Marnie. Ranieri la lascia libera di decidere, ma alla corte e al popolo monegasco non piace che Sua Altezza Serenissima la Principessa Grace di Monaco torni ai set cinematografici. Inoltre, a quel tempo, il potente presidente francese Charles de Gaulle (André Penvern) minaccia di annettere il Principato di Monaco se non cambia la sua politica fiscale vantaggiose. Dopo aver chiesto consiglio al suo direttore spirituale, padre Francis Tucker (Frank Langella), Grace dovrà prendere diverse decisioni dolorose.

Grace di Monaco non ha il potere drammatico di La vie en rose, il ritratto della cantante francese Édith Piaf di Olivier Dahan girato nel 2007. E, naturalmente, non ha la spettacolarità visuale -ampiamente criticata al momento- dei precedenti lavori del regista francese, come Pollicino o I fiumi di porpora: Gli angeli dell'Apocalisse. Ma sicuramente piacerà al pubblico, perché la sua cornice esterna -atmosfera, fotografia, costumi, musica...- è brillante, e il conflitto esistenziale descritto è abbastanza ben sviluppato, con lo stile più classico degli stessi film di Grace Kelly.

Inoltre, la sotto trama d’intrigo ha un certo peso e tutti gli attori sono all’altezza, soprattutto Nicole Kidman, che sostiene perfettamente anche gli enfatici e artificiosi primissimi piani di Dahan. Bisogna lodare anche il veterano Frank Langella, la cui sobria caratterizzazione del reale Francis P. Tucker fa alzare di molti punti il livello drammatico ed etico del film, sottolineando la fede cattolica di Grace Kelly e situando nei giusti termini il suo senso di responsabilità per suo marito, i figli e il suo paese. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

The amazing Spider-Man 2

24/5/2014. Regista: Marc Webb. Sceneggiatura: Alex Kurtzman, Roberto Orci, James Vanderbilt, Jeff Pinkner. Interpreti: Andrew Garfield, Emma Stone, Jamie Foxx, Sally Field, Dane DeHaan. 142 min. USA. 2014. Giovani.
Il film precedente, The Amazing Spider-Man, incassò nell’estate 2012 752 milioni di dollari. Il suo direttore, Marc Webb [(500) Giorni insieme], ripete con i personaggi principali, anche si cambia di sceneggiatori, che ora sono gli autori di serie come Alias, Fringe, Sleepy Hollow, e film come Transformers, Star Trek, Cowboys&Aliens, The Island, ecc.

La resistenza e la redditività dei supereroi Marvel è davvero sorprendente. Perché The Amazing Spider-Man, in questa seconda parte, non fanno altro che raccontare di nuovo la storia di Spiderman che il cinema aveva già raccontato non molto tempo fa (i tre film originali del 2002, 2004 e 2007 incassarono 821, 783, e 890 milioni dollari rispettivamente, rendendo in totale la somma di 2.494 milioni).

Webb è tornato ad avere un budget enorme (250 milioni) per consegnare un episodio del fumetto che gli spettatori sanno già sostanzialmente: cambia il cattivo, ma per il resto non cambia niente. Lo fa con mestiere, senza speciale brillantezza. Con quella quota di tono burlone del personaggio, sicuramente il più simpatico di quelli creati dalla fabbrica Marvel.

I 142 minuti pesano come una pietra, specialmente nello spesso finale. Gli scrittori sono i re della cianfrusaglia scoppiettante con le auto che saltano attraverso l'aria e il crollo di edifici, e sembrano aver paura di dedicare troppo tempo a Peter Parker senza maschera e in abiti civili, così che hanno disposto lunghe sequenze di azione acrobatiche. Che gli attori protagonisti sono fidanzati dal 2011 lo si vede in ogni piano e ha il suo fascino. Un film di quelli che, se l’ho visto, non mi ricordo o mi confondo. Piacerà alle nuove leve di adolescenti, quelli che nel 2002 avevano tra i 0-4 anni. Alberto Fijo. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

Godzilla 3D

24/5/2014. Regista: Gareth Edwards. Interpreti: Aaron Johnson, Elizabeth Olsen, Bryan Cranston, Juliette Binoche, David Strathairn, Ken Watanabe, Sally Hawkins. 123 min. USA. 2014. Giovani.
Godzilla, il mostro più popolare del cinema, compie 60 anni, e questa volta gli si avvantaggia di un aggiornamento perfetto dal punto visivo e tecnico: una nuova generazione di effetti speciali, immagini spettacolari realizzate in 3D (anche se non c’era nessun bisogno). Ma soffre di semplicismo: in primo luogo, la minaccia nucleare viene sostituita da ambientalismo a buon mercato e cambiamento climatico; e i personaggi -gli esseri umani- sono piatti e poco interessanti. Il risultato è un piacevole intrattenimento, sicuramente superiore alla versione di Roland Emmerich, ma che per gli adulti diventa troppo lungo. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.


Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

Rio 2

24/5/2014. Regista: Carlos Saldanha. Sceneggiatura: Carlos Saldanha, Don Rhymer. Animazione. 101 min. USA. 2014. Tutti.
Tre anni dopo il suo accidentato trasloco dal Canada a Rio de Janeiro, l’Ara Blu vive felice nel Centro di Conservazione delle Specie della città di Rio de Janeiro, con Perla e i tre figli di entrambi. Un giorno vedono in televisione come i loro due amici ornitologi denunciano il disboscamento illegale in una zona remota della giungla amazzonica, dove hanno trovato prove della presenza di una grande comunità di Are blu. Là vola tutta la famiglia –che si considerava tra gli ultimi rappresentanti della loro specie-,  in compagnia dei loro amici timorosi Nico, Pedro e Luis, che li avvertono dei terribili pericoli che dovrano affrontare in natura.

Fondatore di Blue Sky Studios e uno dei registi di Era glaciale, il brasiliano Carlos Saldanha rende un vistoso omaggio alla sua terra in questa divertente continuazione del suo film del 2011. Questa volta, il suo semplice messaggio ecologista critica la depredazione della Amazonia, allo stesso tempo che elogia il lavoro dei suoi protettori. E, ancora una volta, sottolinea l'alto valore della capacità di superazione, della famiglia, la maternità e l'amicizia. In questa seconda parte, la pianificazione e l'animazione sono ancora meglio, e ci sono scene molto spettacolari. La vivace colonna sonora di John Powell mantiene un livello molto alto, ed è completata da bellissime canzoni brasiliane di vari autori. Quello che di nuovo è leggermente fiacco è il copione, disperso per eccesso di sotto trame, un ritmo irregolare e un tono troppo infantile. Comunque, è una produzione raccomandabile per tutta la famiglia, soprattutto per i più piccoli. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Tutti. (ACEPRENSA)

Alabama Monroe

24/5/2014. Regista: Alex Van Groeningen. Sceneggiatura: Alex e Carl Joos Van Groeningen, dalla opera teatrale The Broken Circle Breakdown Featuring the Cover-Ups of Alabama, di Johan Heldenbergh e Mieke Dobbels. Interpreti: Veerle Baetens, Johan Heldenbergh, Nell Cattrysse, Geert Van Rampelberg, Nils Caster, Robby Cleiren. 112 min. Belgio, Olanda. 2012. Adulti. (X)
Didier e Elise vivono insieme da sette anni in un villaggio nella parte fiamminga del Belgio. Ora sono sottoposti a una dura prova per il grave cancro della sua figlia Maybelle, di sei anni. Mentre lottano desolati contro la malattia, incominciano a capire la fragilità del loro amore.
Pellicola poliedrica, potente, molto scomodo e, infine, aperta alla trascendenza, nonostante il suo apparente ateismo, per i suoi sproloqui aggressivi e quasi blasfemi contro la religione, la Chiesa, il Papa... che suonano come disperate richieste di aiuto da parte di una civiltà senza appoggi morali, che barcolla impotente presa dalla sua immanente desolazione, il suo individualismo edonistico vuoto e la patetica fuga da Dio. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.


Pubblico: Adulti. Contenuti: X (ACEPRENSA)

Pompei

24/5/2014. Regista: Paul W.S. Anderson. Sceneggiatura: Janet Scott Batchler, Lee Batchler, Michael Robert Johnson. Interpreti: Kit Harington, Emily Browning, Kiefer Sutherland, Jared Harris,Carrie-Anne Moss, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Paz Vega, Jessica Lucas. 105 min.Germania. USA. 2014. Giovani.
Paul W. S. Anderson, che purtroppo ha ben poco in comune, nonostante la somiglianza dei nomi con Paul Thomas Anderson, sembrava specializzarsi nei videogiochi, essendo l'autore del indicibile Mortal Kombat, e del un po’ più convincente Resident Evil, nei cui sequel è sempre stato presente come regista o sceneggiatore. Ora tenta fortuna con il genere peplum.

L'azione si svolge quando il Vesuvio è in procinto di esplodere. Nella città di Pompei, Casia, figlia di un ricco mercante, si è innamorata di Milo, un gladiatore che combatte nell'arena. Ma Corvus, un corrotto senatore romano, obliga ai genitori della ragazza a farne la sua promessa sposa.

Anderson provò a cimentarsi nel genere film d'avventura d’ispirazione classica col triste I tre moschettieri (2011), dove pesava troppo il suo stile tipo videogioco, con dei elementi fantastici che allontanavano molto la storia del testo originale di Alexandre Dumas, e alcuni rallentamenti tipo Matrix nei combattimenti che non hanno funzionato in un film di quel tipo.

Ma il regista sembra aver imparato la lezione, e a Pompei abbandona il modo solito di girare, tenendo presenti i classici film di antichi romani. Parte anche da un copione non suo, che sembra un incrocio tra Gli ultimi giorni di Pompei, 1935, dei registi di King Kong, e l'irripetibile Spartacus di Stanley Kubrick.  Ha ben presente anche le superproduzioni che raccontano una grande storia d'amore in un momento storico importante, come Via col vento o Titanic.

Certo, personaggi stereotipati (o completamente benevoli, o l'incarnazione del male assoluto) e dialoghi da fumetto, che ricordano più che i peplum, i film di serie B di antichi romani. Quasi sempre italiani come Ercole (1958), o Gli ultimi giorni di Pompei, questa volta la versione co-diretta da Sergio Leone del 1959. Di fatto, si goderanno il film o gli spettatori giovani o gli adulti che fanno appello al bambino che erano una volta.

Ma è giusto dire che Pompei funziona piuttosto bene, per i suoi elementi di tragedia, e per un romanticismo esagerato ma efficace. Anche grazie alle buone recitazioni di attori come Kit Harington (Jon Snow in Il Trono di Spade), Emily Browning (Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi), e soprattutto di un Kiefer Sutherland che sembra essersi divertito un mondo recitando il ruolo di un cattivo che potrebbe essere il contrappunto del suo Jack Bauer, di 24.

Contenuti: Azione: 3. Amore 3. Lacrime. 1 Risate: 0. Sesso 0. Violenza 0. (Da 0 a 4. Decine21)