29/9/2012. Registi: Mike Thurmeier, Steve Martino.
Sceneggiatura: Michael Berg, Jason Fuchs, Mike Reiss. Animazione. 94 min. USA.
2012. Tutti
Il quarto capitolo della saga Ice Age è un grande film di avventure di fattura impressionante, colori
straordinari e sfondi di alta qualità. Il film ha un inizio potente,
spettacolare, dando vita a una nuova avventura dei popolari personaggi con cui
ridi e trascorri un grande momento, con molta azione, avventura, amicizia ed
emozioni.
Il colore (bisogna tenere a mente che abbondano le
sequenze nel mare) è molto buono e si vede che hanno lavorato duramente perché,
essendo in 3D e dovendo portare lo spettatore gli occhiali, non si perda qualità.
La storia potrebbe facilmente ristagnare, ma non ristagna perché gli
sceneggiatori sono molto abili e realizzano una emozionante avventura che,
senza essere particolarmente originale, sa giocare le sue carte e raramente
entra in terreni troppo battuti. L'epilogo (lo scoiattolo è ancora una volta il
protagonista) è molto divertente: ricorda Tex
Avery al suo meglio. Alberto Fijo.
ACEPRENSA.
29/9/2012.
Regia: Brenda Chapman, Mark Andrews, Steve Purcell. Sceneggiatura:
Brenda Chapman, Irene Mecchi. Animazione. 100 min. USA. 2012. Tutti.
Le Highlands scozzesi, secolo X. La rossa Mérida è un
adolescente ribelle e impetuosa, figlia del rozzo Re Fergus e della raffinata
Regina Elinor, e sorella di tre terribili gemelli. Sua madre vuole fare di Mérida
una principessa rispettabile e discreta. Ma la ragazza ama combattere, tirare
frecce –è un arciere bravissimo-, e cavalcare attraverso le foreste
lussureggianti del regno. La tensione tra madre e figlia si attiva quando
Mérida boicotta la cerimonia di elezione del suo futuro marito, un concorso
ancestrale che coinvolge i primogeniti dei grandi signori della zona: l'enorme
lord McGuffin, il burbero lord Macintosh e lo scontroso lord Dingwall. La sfida
di Mérida si completa quando chiede a una eccentrica strega di eseguire un
incantesimo per far cambiare di atteggiamento sua madre. La maga le concede il
suo sventurato desiderio, che si trasforma in una maledizione e provoca il caos
in tutto il regno.
Questo nuovo lungometraggio della Pixar Animation smentisce alcuni commenti circa la presunta crisi creativa
dello Studio di Emeryville. Certo, a
volte si vedono i problemi di produzione subiti dal film, inizialmente diretto
da Brenda Chapman (Il principe d'Egitto),
e, infine, firmato da lei e di Mark Andrews, e co-diretto dal esordiente Steve
Purcell. Per ciò risulta leggermente brusco il passaggio dalla commedia pazza della
prima parte –vicina al tono di Dragon
Trainer, il miglior lungometraggio d'animazione della DreamWorks-, al dramma intenso nel secondo tempo, con qualche eco del
film d'animazione di Disney Koda fratello
orso. In ogni caso, funzionano molto bene tanto le gag comiche come i passaggi
melodrammatici, tra cui splendide sequenze d'azione, e che si arricchiscono con
riflessioni sulla famiglia, l'educazione, l’ansia di libertà.
Tutto questo si sviluppa con un agile ritmo narrativo e la
migliore animazione realizzata fino ad oggi. Da un lato, gli sfondi proporzionano
uno spettacolo visivo impressionante, rinforzato dai brillanti effetti
stereoscopici 3D e la colonna sonora dallo scozzese Patrick Doyle, tra cui
diverse belle ballate di Julie Fowlis, Birdy e altri. Pixar dà anche il massimo in termini di animazione dei personaggi -sono
memorabili i gesti e i capelli di Mérida e il trattamento dei costumi in
vestiti, armi, pelli ... Si tratta di una produzione più che notevole, forse
non completamente riuscita come i capolavori della Pixar – la saga Toy Story,
Gli Incredibili, Ratatouille ... - ma che entusiasmerà i fan della
animazione e il pubblico in generale, soprattutto quello femminile. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.
29/9/2012. Regista: Philippe Falardeau. Sceneggiatura:
Philippe Falardeau. Interpreti: Mohamed Fellag, Sophie Nelisse, Emilien Neron,
Danielle Proulx, Brigitte Poupart. 94 min. Canada. 2011. Giovani.
La tragica morte di un
insegnante di scuola elementare in una scuola di Montreal scuote i suoi studenti
di undici anni, in particolare il sensibile Simon, che ha scoperto il cadavere.
Bachir Lazhar, un immigrato algerino di 55 anni, legge le notizie sulla stampa,
si offre come sostituto ed è finalmente accettato. I suoi metodi di
insegnamento, tradizionali, -esigenti
con i bambini e, allo stesso tempo, molto vicini a loro- si scontrano con le
convenzioni politicamente corrette per le quali si regge la scuola. Ciò
sviluppa una aspra polemica tra insegnanti e genitori, parallela agli sforzi di
Lazhar e dei studenti per guarire le profonde ferite aperte di cui soffrono.
Riconosciuto con numerosi
premi, tra i quali i sei premi Genie più
importanti dell'Accademia di Cinema e Televisione canadese, e nel 2011
candidato all'Oscar per il miglior film straniero, Monsieur Lazhar coincide con la scoperta internazionale dello sceneggiatore
e regista canadese Philippe Falardeau. Questo giovane regista di lingua
francese trasforma il monologo teatrale Bashir
Lazhar, di Evelyne di Chenelière, in un intenso dramma scolare, attraverso
il quale articola preziose riflessioni sulla buona educazione -che coinvolge
gli insegnanti e i genitori-, la tutela
della innocenza dei bambini, il significato della sofferenza e la necessità di
affrontare con i bambini il tema della morte.
Falardeau dosa molto bene i
diversi intrighi intorno ai conflitti dei personaggi, interpretati da attori sensazionali,
tra cui il popolare comico Mohamed Fellag -nel ruolo di Lazhar- e i bambini non
professionisti che danno vita ai suoi studenti, tutti travolgenti nella loro
naturalezza. Accompagnato dalla sottile partitura di Martin Léon, la sobria messa
in scena iper realista rafforza questa autenticità con risorse caratteristiche
del documentario -da cui procede Falardeau- e così avvicina Monsieur Lazhar a film come Essere e avere, o La classe, più che ad altri film su insegnanti carismatici, come L’attimo fuggente, Goodbye Mr. Holland, Les choristes-I ragazzi del coro o L’onda.
Falardeau raggiunge un
altissimo livello emotivo sottolineando le virtù di base, che danno anima alla
sua accurata critica della società attuale, dominata, secondo lui, da
complessi, paure e fondamentalismi ideologici molto nocivi alla formazione affettiva
dei bambini. Jerónimo José
Martín. ACEPRENSA.
29/9/2012. Regista: Tony
Gilroy. Sceneggiatura: Tony Gilroy, Dan Gilroy. Interpreti: Jeremy Renner,
Rachel Weisz, Edward Norton, Stacy Keach, Oscar Isacc. 134 min. USA.
2012. Giovani. (V)
Tutti si domandavano cosa
sarebbe successo alla saga Bourne
dopo la partenza della sua stella, questo attore così capace chiamato Matt
Damon. Ma è giusto notare che Damon è uno dei tre termini che hanno fatto il
successo e la qualità di Bourne 2 e
3. L'altro è un manager molto capace, il britannico Paul Greengrass. Una volta
che entrambi hanno deciso di dedicarsi a altri film e di lasciare la serie, è
rimasto solo il terzo degli addendi, lo sceneggiatore Tony Gilroy, che ha
adattato i romanzi di Robert Ludlum. Gilroy ha assunto la direzione mantenendo
la squadra tecnica che fece i precedenti film.
E il risultato è degno, ma
inferiore rispetto alle puntate precedenti. Il film ha difficoltà di partenza,
arrivando a rendere nervoso lo spettatore che si domanda: “Dov'è il mio Bourne?”. Ci sono alcuni grossi problemi
di ritmo e la lunghezza è eccessiva. Il popolare Jeremy Renner (The Hurt Locker) e Rachel Weisz lavorano
bene, e sono dotati di una fotogenica potente, ma i loro personaggi sono poveri
se si confrontano con i carismatici di Matt Damon, Franka Potente, Julia Stiles
e Joan Allen. E il cattivo non è alla altezza: un errore grave quando si è
scelto un attore con tanto aplomb come Edward Norton. Alberto Fijo. ACEPRENSA.
29/9/2012.
Regista: Simon West. Sceneggiatura: Richard Went, Sylvester Stallone.
Interpreti: Sylvester Stallone, Jason Statham, Jean-Claude Van Damme, Jet Li,
Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis, Chuck Norris. 102 min. USA. 2012.
Giovani.
Divertente film d'azione che mette insieme i veterani che
hanno dominato per decenni il genere di film con attori di poche parole e molti
pugni, che colpiscono senza riposo qualsiasi che li si mette davanti. Considerando
quanto poco riuscita è stata la prima parte di questa saga, sorprende
incontrare un film divertente, senza pretese e con un riuscito tono di auto parodia
del quale si fa un uso intelligente e misurato.
La storia non è nulla di speciale, ma è efficace e fornisce
una scusa affinchè ciascuno degli attori veterani abbia il suo “momento”.
Quelli per Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis e Chuck Norris sono divertenti.
Sylvester Stallone serve come leader del gruppo, probabilmente perché, con
Richard Wenk (Solo due ore), ha
scritto la sceneggiatura Alberto Fijo.
ACEPRENSA.
29/9/2012. Regista:
Woody Allen. Sceneggiatura: Woody Allen. Interpreti: Woody Allen, Ellen
Page, Alec Baldwin, Jesse Eisenberg, Roberto Benigni, Penelope Cruz. 102 min. USA,
Italia, Spagna. 2012. Adulti. (XD)
Woody Allen torna a stare di fronte alle telecamere
interpretando il suo classico personaggio. Come sempre, si tratta di un film
corale, con molte trame amorose, ma con un tono meno cinico del solito, ma
tremendamente ironico, edonistico e incidentalmente grossolano. Roma è la città
scelta come sfondo per questa commedia leggera, che parla di amore, arte e
reality show, in termini tanto volatili come accattivanti. Nel cast, tra gli
altri, ci sono Penelope Cruz, Alec Baldwin, che rende il ruolo di coro o coscienza
di uno dei personaggi, qualcosa già utilizzato da Allen in altre occasioni,
Ellen Page (Juno), che si conferma
come un eccellente attrice, e il sempre traboccante e iperbolico Roberto
Benigni, protagonista della trama più surreale e divertente del film. Juan Orellana. ACEPRENSA.
29/9/2012. Regista: Kirk Jones. Sceneggiatura: Heather
Hach, Shauna Cross. Interpreti: Cameron Diaz, Brooklyn Decker, Jennifer Lopez,
Chace Crawford, Rodrigo Santoro, Chris Rock, Dennis Quaid, Elizabeth Banks. 110
min. USA. 2012. Adulti. (DS)
Incredibile ma vero: il titolo e l'intero script, in
assenza di altre idee, è quello di un libro di consigli per i futuri genitori.
Il sceneggiatori Heather Hach e Shauna Cross, lo hanno trasformato in una
storia corale di diverse coppie in attesa di figli, che soffrono le pene dei
genitori novelli, discutono, si preoccupano e hanno i figli lo stesso giorno. Dirige
Kirk Jones (Tata Matilda), il cui
ufficio riesce a dare ritmo e qualche entità ad una storia che in altre mani
probabilmente sarebbe affondata. L’umorismo è un po’ scurrile e leggermente
piccante, ma sempre moderato. Il film è ben intenzionato e con un cast stellare
che per quasi due ore dice che è bene avere un figlio. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.