Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno

28/7/2012. Regista: Christopher Nolan. Sceneggiatura: Jonathan Nolan e Christopher Nolan; su una storia di David S. Goyer e Christopher Nolan, a sua volta basata sui personaggi creati da Bob Kane. Interpreti: Christian Bale, Tom Hardy, Anne Hathaway, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt. 165 min. USA. 2012. Giovani. (VS) Nelle sale dal 29 agosto.


Dopo numerosi film e spettacoli televisivi di varia qualità, il londinese Christopher Nolan offri in Batman Begins (2005) e Il cavaliere oscuro (2008) la migliore immagine filmica di Batman, personaggio creato nel 1939 per la DC Comics dallo sceneggiatore Bill Finger e il disegnatore Bob Kane. In linea di principio, ora chiude la sua trilogia con Il cavaliere oscuro – Il ritorno, che mescola personaggi e situazioni ricavati dai fumetti originale Il ritorno del Signore della Notte, The Fall of the Bat e La terra di nessuno.

Il miliardario Bruce Wayne (Christian Bale) è da otto anni in ritiro nella sua villa, traumatizzato per aver consentito che il supereroe Batman -la sua identità nascosta- sia diventato un evaso. La sua menzogna sulla morte del idealizzato procuratore D.A. Harvey Dent (Aaron Eckhart), che, in realtà, era diventato un mostro, è servita a sedare l'attività criminale nella città di Gotham. Ma tutto cambia con l'arrivo di Bane (Tom Hardy), un violento mercenario, con mezza faccia nascosta da una ingombrante protesi analgesica.

I suoi piani apocalittici obbligano Bruce Wayne/Batman a uscire dal pensionamento e ricorrere di nuovo alle sofisticate invenzioni del suo ingegnere di armamento Lucius Fox (Morgan Freeman). Il Cavaliere Oscuro avrà l'aiuto dell’onesto capitano della polizia James Gordon (Gary Oldman), supportato questa volta dal giovane agente John Blake (Joseph Gordon-Levitt), che ammira Batman da quando era un bambino. Nel frattempo, nella persona di Bruce Wayne, tenta di risolvere la delicata situazione delle sue imprese, in collaborazione con l’altruista Miranda Tate  (Marion Cotillard). Una abile e bella ladra, Selina Kyle (Anne Hathaway), s’incontra con il sofferto supereroe, molto in bassa forma dopo la sua prolungata inattività.

In questo terzo capitolo della serie, Nolan ripete gli elementi che hanno prodotto per i suoi predecessori un clamoroso successo di critica e commerciale: una sceneggiatura corale, che sottolinea con precisione le luci e le ombre di Batman come un eroe in carne e ossa, vulnerabile, con conflitti drammatici difficili; un impattante ambientazione tra iperrealista e gotica, con echi di Metropolis, di Fritz Lang, e del miglior cinema nero classico e moderno; delle spettacolari sequenze di azione di vibrante svolgimento; ed ottime recitazioni di un cast di lusso. Tutto ciò, avvolto in una fotografia (Wally Pfister) e musica (Hans Zimmer) di grande potenza emotiva.

Tuttavia, questa volta il prestigioso regista londinese si mostra meno solido. In primo luogo, la sceneggiatura e il montaggio sono più confusi e meno fluidi, e alcune situazioni si risolvono con ellissi piuttosto forzate. Inoltre, i conflitti morali dei personaggi hanno meno peso e, pertanto, non aggiungono molto alle sequenze d'azione. Alle volte, la colonna sonora ha un ruolo eccessivo. E, naturalmente, i 165 minuti di filmato risultano eccessivi. Ciò significa che Nolan si è lasciato andare un po’, come gli è accaduto in Inception. In ogni caso, firma un film notevole, che consolida uno stile molto personale di trattare i film di supereroi, con una indubbia incidenza sull'evoluzione del genere nell'ultimo decennio. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V, S  (ACEPRENSA)

The Amazing Spider-Man

28/7/2012. Regia: Marc Webb. Sceneggiatura: James Vanderbilt, Alvin Sargent, Steve Kloves. Interpreti: Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Martin Sheen, Campbell Scott. 136 min. USA. 2012. Giovani.


Nuova versione delle avventure di Spider-Man, il supereroe Marvel creato da Stan Lee e Steve Dikto, dieci anni dopo che Sam Raimi inizia la sua riuscita trilogia cinematografica. La sfida per Marc Webb, regista della originale commedia romantica (500) Giorni insieme, è stata grande, soprattutto perché si tratta di iniziare di nuovo la serie, come Christopher Nolan ha dovuto fare con Batman.

Webb ne esce bene. La sceneggiatura ha tre autori che rispondono a ciò di cui ha bisogno lo spettatore contemporaneo: personaggi solidi e classicismo - Sargent, che ha lavorato con Raimi, e ha firmato il copione di Gente comune-, un ritocco oscuro -Vanderbilt, che ha scritto Zodiac-, e per agganciarsi coi giovani Kloves, autore delle sceneggiature della saga di Harry Potter. E la potenza visiva e sovrabbondanza di immaginazione del regista si vedono chiaramente, con buon uso del 3D e una New York meno videogioco che quella di Raimi.

Nulla è nuovo e tutto è nuovo. Caso mai non fosse chiaro, verso la fine del film c’è una breve scena in cui si dice che tutti gli argomenti sono riassumibili non in dieci paradigmi, ma in uno. È sempre presente l'idea di responsabilità nella scelta e l'uso dei doni, a cui si aggiunge una trama biotecnologica e l'intrigo sui precedenti dei genitori di Peter Parker, prima che il ragno famoso lo morsicasse. Andrew Garfield è un buon protagonista, e lo è anche Emma Stone, il suo interesse amoroso; Denis Leary, il padre di lei, e Martin Sheen e Sally Field, gli zii di lui. Il tragico cattivo ha il suo interesse, ed e ben interpretato da Rhys Ifans. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

The Way Back

28/7/2012. Regista: Peter Weir. Sceneggiatura: Peter Weir, Keith R. Clark. Interpreti: Ed Harris, Jim Sturgess, Colin Farrell, Saoirse Ronan, Mark Strong. 133 min. USA, Emirati, Polonia. 2010. Giovani. (V)


Siberia, 1940. Il polacco Janusz è stato inviato in un gulag. Pesa sulla sua anima la condanna con false accuse, ottenute sotto tortura, da sua moglie. E pensa soltanto alla fuga, impresa quasi impossibile a causa del clima: l’intera Siberia è una prigione. Tuttavia, approfittando di una tormenta di neve, prenderà il volo con altri sei uomini.

Film vagamente basato sulle memorie del polacco Slavomir Rawicz, raccontate in un libro la cui veridicità è stata contestata nel 2006, quando già era morto. Al di là di questa polemica per specialisti, abbiamo una storia di interesse umano, trasformata in una sceneggiatura solida e ricca da Peter Weir e Keith R. Clarke. Impressiona la descrizione del capo carismatico del gruppo, Janusz, guidato dalla bontà, ma anche quella dell’americano disperato Mr. Smith, l'artista fornaio, il sacerdote lettone, lo spaccone Valka, ecc, o la misteriosa polacca Ilena, che incontrano lungo la strada. Le informazioni su di essi viene dosata, e l’insieme serve a fornire un prezioso quadro sulla condizione umana, le sue qualità e limiti, francamente entusiasmante. I dialoghi sono ben scritti e gli attori, non più di una dozzina quelli importanti, sono eccezionali.

Weir gestisce molto bene le forze della natura come cornice misteriosa e viva dove si sviluppano le sue storie: si pensi Picnic a Hanging Rock, o più recentemente in Master and Commander. Qui ci dà un'altra lezione in questo senso, nella varietà di elementi naturali bellissimi ma ostili: la neve e le rocce delle montagne, le foreste, il ghiaccio e le zanzare del lago, il vento, la sabbia e i miraggi del deserto ... Grazie al suo talento visivo e il suo senso narrativo, il regista australiano compone piani e passaggi bellissimi, e di alto contenuto drammatico. Serva come esempio l’evaso congelato, il passaggio sul lago ghiacciato, o la scoperta dell’acqua che disseta. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V. (ACEPRENSA)

Madagascar 3: ricercati in Europa

28/7/2012. Registi: Conrad Vernon, Eric Darnell, Tom McGrath. Sceneggiatura: Noah Baumbach. Animazione. 93 min. USA. 2012. Tutti. Nelle sale dal 22 agosto.


Dopo la fuga dallo zoo di New York e la riscoperta delle proprie radici nella savana africana, Alex il leone,  Marty la zebra maschio, Melman la giraffa e Gloria l'ippopotamo femmina continuano le loro avventure in Europa, dove devono inserirsi in un circo itinerante per sfuggire ad una instancabile poliziotta francese dedita al controllo degli animali. In aggiunta agli incombustibili pinguini e ai giocherelloni scimpanzé, nella loro fuga saranno aiutati da un leone marino italiano, una tigre russa, un giaguaro di origini latine e altri singolari animali

In questo terzo capitolo della popolare serie dalla DreamWorks Animation, di nuovo ottengono un grande successo Eric Darnell e Tom McGrath, -registi delle primi due avventure-, accompagnati questa volta da Conrad Vernon, co-regista di Shrek 2 e Monsters vs Aliens. I tre mantengono un elevatissimo livello di animazione 3D stereoscopica e potenziano ancora di più un frenetico ritmo narrativo, caratteristico del cartoon americano più folle e delirante, a cui s’ispirano.

Questo significa sacrificare la profondità dei personaggi, ma assicura un sacco di sequenze d'azione spettacolari e colpi di umorismo molto divertenti, basati nei luoghi comuni più popolari dei diversi paesi europei. Merita speciale encomio la rinfrescante colonna sonora di Hans Zimmer, completata da diverse belle canzoni come Firework, di Katy Perry. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico:Tutti. Contenuti: --- (ACEPRENSA)

Travolti dalla cicogna

28/7/2012. Regista: Rémi Bezançon. Sceneggiatura: Rémi Bezançon, Vanessa Portal; basata nel romanzo di Éliette Abécassis. Interpreti: Louise Bourgoin, Pio Marmaï, Josiane Balasko, Thierry Frémont, Gabrielle Lazure, Anaïs Croze, Daphné Bürki. 111 min. Francia, Belgio. 2011. Adulti. (SX)

La sceneggiatura, scritta dal regista e da Vanessa Portal, adatta un romanzo di Eliette Abécassis. Nicolas conosce nel video club dove lavora a Barbara, la donna ideale. Quando iniziano una relazione, entrambi continuano a comportarsi come se fossero celibi, agendo in modo quasi infantile. Ma dovranno maturare in fretta quando ricevono la lieta notizia che lei è incinta. Durante il periodo di gestazione, Barbara dovrà svolgere una tesi che le serve per ottenere un posto da insegnante.

Dopo aver esplorato gli alti e bassi dei rapporti familiari nell’interessante Le Premier Jour Du Reste de Ta Vie, Bezançon segue una linea molto simile nel momento di analizzare la maternità. Gli spettatori che hanno apprezzato il suo precedente lavoro non si sorprenderanno perché questa volta segue le conseguenze più difficili della gravidanza e del parto, come il sacrificio personale e professionale della madre per prendersi cura del bambino in ogni ora, i problemi che la nuova situazione causano alla coppia, ecc, e comunque sotto giace ancora una conclusione positiva: che nulla vale di più.

Ridonda troppo sui dettagli, tanto che alcuni risultano un po’ squallidi, ma si compensano con un umorismo costante. Inoltre i protagonisti fanno un buon lavoro. E contiene un po’ di fantasia, come la storia d'amore in cui i personaggi esprimono i loro sentimenti parlandosi attraverso le copertine dei film. Decine21/Almudi JD.

Pubblico: Adulti. Contenuti: S, X. Valutazione morale: con inconvenienti (Almudi.org )

Il dittatore

28/7/2012. Regista: Larry Charles. Sceneggiatura: Larry Charles. Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Alec Berg, David Mandel, Jeff Schaffer. Interpreti: Sacha Baron Cohen, Anna Faris, Ben Kinsgley, John C. Reilly, Megan Fox. 83 min. USA. 2012. Adulti. (XD)


L'attore britannico Sacha Baron Cohen ripete la formula dei suoi film precedenti (Borat, Bruno). L'idea può risultare gradevole (un dittatore di paccottiglia che arriva a New York in visita ufficiale). Alcune gag spiritose però non giustificano l’istrionismi di un comico che, dentro e fuori dallo schermo, utilizza un umorismo così rozzo, da diventare ripugnante. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: X, D. (ACEPRENSA)

Biancaneve e il cacciatore

30/6/2012. Regista: Rupert Sanders. Sceneggiatura: Evan Daugherty, John Lee Hancock, Hossein Amini. Interpreti: Charlize Theron, Kristen Stewart, Chris Hemsworth, Sam Claflin, Bob Hoskins. 127 min. USA. 2012. Giovani. (V) Nelle sale dal 11 luglio.


Recentemente abbiamo visto nei cinema il film Biancaneve diretto da l'indiano Tarsem Singh. Divertente, tenero, fiducioso, molto colorato, per ogni tipo di pubblico.

È interessante notare il tono wagneriano (tragico, scuro, senza umorismo -c’è né un po’, ma non molto, con i nani-) di questa versione di Biancaneve. Un modo furbo per andare alla ricerca di un pubblico adolescente e adulto, offrendo un racconto di azione con battaglie e molto drammatico. Il personaggio del cacciatore al centro della storia è una buona invenzione e il modo di muovere il principe sulla scacchiera è geniale.

Il film ha avuto molta pre-produzione, e il lavoro previo si vede. Chi ha acquistato la sceneggiatura è stato Joe Roth, ex presidente della Fox e Disney, che prima di lasciare Disney ha prodotto il film altamente redditizio Alice nel paese delle meraviglie, di Tim Burton. Evan Daugherty ha scritto questa versione della storia pubblicata dai fratelli Grimm 200 anni fa mentre studiava cinema alla Tisch School dell'Università di New York. Nel 2008 già stava facendo girare lo script per i mercati per vedere se riusciva a piazzarlo.

Quando finalmente ci è riuscito, Roth deve avere avuto dei dubbi, e probabilmente preoccupato per la concorrenza del film di Tarsem Singh, ha ingaggiato due esperti sceneggiatori, John Lee Hancock (A Perfect World, Mezzanotte nel giardino del bene e del male, The Blind Side, The Rookie) e Hossein Amini (Drive, Jude, Le Ali della Colomba).

Con il libretto decisamente adulto in suo possesso, Roth ha collaborato con Sam Mercer, il produttore abituale di Shyamalan; una decisione che, una volta visto il film, è abbastanza comprensibile perché il tono ricorda la solennità di film come The Forest and The Lady in the Water, anche queste racconti adulti. Hanno assunto un direttore di pubblicità di videogiochi e prodotti alla moda, Rupert Sanders, che così debutta nel lungometraggio.

Sanders filma bene, ma tende al breve periodo e fatica a trovare il ritmo. Pertanto, le vecchie volpi Roth e Mercer gli hanno messo accanto un veterano con grande esperienza, il montatore Conrad Buff (Titanic, True Lies, I tredici giorni). Il risultato è degno. Il film è divertente e spettacolare, con un design brillante di produzione e gli effetti visivi di buon livello. In una certa misura, la trama sorprende, con una buona gestione del triangolo cacciatori-principe-Biancaneve.

Il casting è interessante: riunisce Theron con Stewart e mette in mezzo il belloccio Hemsworth come rude cacciatore, in stile Russell Crowe (magari...): fa un buon lavoro, perché gli lasciano un certo spazio per essere un attore e non solo un ragazzo palestrato, con i denti buoni. Di Charlize Theron non diremo molto, semplicemente che è un'attrice fenomenale, e la grande Colleen Atwood lo sa e la veste con molta cura.

La questione della crepuscolare Kristen Stewart è abbastanza chiara. Si tratta, oggi come oggi, di un'attrice mediocre: se deve dire più di due frasi, si nota che non ha la voce educata, né la dizione, né il tono o l’intensità (il discorso prima della battaglia è da nascondersi sotto la poltrona). Certamente, doppiata migliora. Inoltre, non si muove bene, non ha presenza, non sa guardare, non è brava nelle repliche .... Ma è interessante vederla per capire il fenomeno della costruzione dell’attrice con gancio: si capisce che appassioni  gli adolescenti con l'aria di ragazza normale, determinata, forte, coraggiosa, goffa, dolce. Penso ancora che la cosa migliore che ha fatto questa giovane attrice di 22 anni è stato Panic Room, dieci anni fa. Certo, allora aveva accanto Jodie Foster ...

I 127 minuti si seguono bene (è meritorio, chiaramente ne avanzano 20 o 30, meramente di transizione), perché lo spettacolo sul grande schermo è potente. Siamo in estate, nelle sale c’è l’aria condizionata, e la musica di James Newton Howard suona alla grande, come al solito. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V  (ACEPRENSA)

Il cammino per Santiago

30/6/2012. Regia: Emilio Estévez. Sceneggiatura: Emilio Estévez. Interpreti: Martin Sheen, Emilio Estévez, Ángela Molina, Deborah Kara Unger, James Nesbitt. 120 min. USA, Spagna. 2010. Giovani. (D)


Tom è un maturo oculista vedovo, che vive negli Stati Uniti, felice nel suo piccolo mondo in cui il massimo incentivo che offre sono le partite di golf. Invece, suo figlio vuole vedere il mondo, e precisamente nel viaggio per fare il Cammino per Santiago muore in un incidente. Tom deve assumere l’ingrato compito di fare un viaggio in Francia per prendere in consegna il cadavere. Ma una volta lì, decide di prendere la staffetta dal figlio, e insieme con le sue ceneri percorrere la strada fino a Santiago. Ci saranno diverse settimane dove lui soffrirà una trasformazione: il suo è un viaggio non solo fisico ma anche interiore, arricchito dal contatto con altre persone che hanno le loro ragioni per fare il pellegrinaggio a Santiago de Compostela.

Piacevole film di Emilio Estévez, con il padre interpretato da Martin Sheen. Non ha la complessità e la ricchezza di Bobby, anche se condivide con questo la presentazione di una ampia galleria di personaggi, descritti con tratti che li umanizzano. Non sono perfetti, ma tutti desiderano ardentemente la pace interiore e la felicità, le cercano non sanno dove, né come, e il loro pellegrinaggio è il modo per incanalare questi buoni desideri.

Del film si apprezzano la mancanza di pretensione e il fatto che riesca a trasmettere l’esperienza unica del Cammino de Santiago: vari motivi personali, tra cui, naturalmente, quelli spirituali e il cameratismo che si sviluppa tra quelli che si conoscono per questa occasione. Il cast è superbo, con alcuni intensi momenti drammatici, soprattutto del personaggio di Deborah Kara Unger. C’è una buona selezione di canzoni, ma qualche volta si può avere la sensazione che si tratti di un filmato promozionale del Cammino nel aspetto turistico (la Regione di Galizia ha aiutato nel finanziamento), e questo può appesantire il film, distraendo inutilmente. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: D (ACEPRENSA)

La mia vita è uno zoo

30/6/2012. Regista: Cameron Crowe. Sceneggiatura: Aline Brosh McKenna, Cameron Crowe, Benjamin Mee. Interpreti: Matt Damon, Scarlett Johansson, Thomas Haden Church, Elle Fanning, Maggie Elizabeth Jones. USA. 2011. 124 min. Tutti.


Benjamin Mee, avventuroso giornalista, ha due bambini ed è vedovo da poco. Gli si presenta la possibilità di cambiare casa. Ma quella che gli piace ha un piccolo problema: dentro c’è uno zoo chiuso al pubblico e sull'orlo del fallimento.

Cameron Crowe è un regista debole, anche nel suo miglior film, l’interessante Almost Famous. L'adattamento di un romanzo autobiografico l’ha fatto lui stesso con l'aiuto di Aline Brosh McKenna (Il diavolo veste Prada, Temptation in Manhattan) e il risultato è accettabile, anche se l'impressione è che la storia si sarebbe potuta raccontare meglio e in meno tempo.

Matt Damon fa un gran lavoro. È un attore così buono che può passare come un assassino, come un avvocato,  come poliziotto, come vedente tormentato e come un papà molto bravo che si preoccupa per i propri figli, e vuole renderli felici. Accanto a lei, Scarlett Johansson ricopre un ruolo relativamente normale, in attesa di tornare a mostrarci che la grande attrice che porta dentro (La ragazza con l’orecchino di perla) può risalire in superficie, scegliendo buoni progetti. Ingenuo, semplicistico, sciropposo,  La mia vita è uno zoo è un eccellente film per famiglie, con una grande fotografia di Rodrigo García (Babel). La bambina piccola è molto divertente, almeno nella versione originale. Alberto Fijo. ACEPRENSA

Pubblico: Tutti. (ACEPRENSA)

Marilyn

30/6/2012. Regista: Simon Curtis. Sceneggiatura: Adrian Hodge. Interpreti: Michelle Williams, Kenneth Branagh, Eddie Redmayne, Judi Dench, Emma Watson. 99 min. USA, GB. 2011. Giovani-Adulti. (S, D)


Marilyn è proprio questo: la storia di un giovane assistente di produzione che ha accompagnato la celebre attrice durante le riprese di un film e che poi pubblicò i suoi ricordi in un libro.

Che nessuno cerchi in questo film -delizioso, a volte-, un biopic o uno studio sulla complessa personalità della fidanzata  d'America. Il film è costruito su un aneddoto e tutto reca il timbro della leggerezza. Il film racconta molte cose, ma restando in superficie, senza entrare realmente in nessuna.

Parla del vuoto vitale di una stella che vuole solo essere una buona attrice ... o forse meglio una buona madre; dell abbaglio di un giovane quando si sente oggetto di attenzione; degli sforzi di un buon attore per raggiungere la fama; del sereno realismo di una attrice veterana consapevole dei pericoli che può costituire una bionda esuberante... Tutto questo nella cornice di una Hollywood che era, più che mai, una fabbrica dei sogni ... e un soppalco di giocattoli rotti. E così, alla fine, quello che il film mostra -dietro le quinte e senza discorsi magniloquenti-, è questo filo misterioso che tesse la vita con i sogni e come l’importante è riuscire nella vita, anche se non ti applaudono sul palcoscenico.

Per portare avanti questa leggera funzione era necessario un cast consistente. E c'è. Michelle Williams ricama il suo ruolo, supportato da una caratterizzazione incredibile, Judie Dench è un valore sicuro, Emma Watson conferma che c'è vita dopo Hermione, e Kenneth Branagh ... in breve, è Laurence Olivier: con questo è detto tutto. Ana Sanchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-Adulti. Contenuti: S, D (ACEPRENSA)

La guerra è dichiarata

30/6/2012. Regista: Valérie Donzelli. Sceneggiatura: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm. Interpreti: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, César Desseix, Gabriel Elkaïm, Elina Löwensohn. 100 min. Francia. 2011. Adulti. (X)




Ad una festa - dove altro?-, Romeo incontra Giulietta, si innamorano e vanno a vivere insieme. Con entusiasmo montano l’appartamento, poi ricevono il bambino con gioia. Ma presto ci sono problemi: il piccolo li tirannizza, complica loro la vita, prima piange, poi vomita, poi gli scoprono un tumore maligno al cervello. Improvvisamente questa sofferenza cambia tutto: è la guerra contro la malattia, la morte e la depressione. Romeo e Giulietta si scoprono di più e meglio, si vogliono bene più e meglio attraverso la sofferenza e la lotta per suo figlio, e lasciano assolutamente tutto per lui.

L'allestimento, semplice ma pieno di forza e fatto di piccole cose cariche di tensione drammatica, conta con la voce in off di un narratore che ti aiuta a capire cosa sta succedendo e dà alla storia il tono di una favola. L'interpretazione della coppia principale è molto indovinata per la sua semplicità. Bisogna segnalare che i protagonisti sono una coppia di fatto e hanno un bambino, cioè interpretano loro stessi, e hanno scritto la sceneggiatura. E messi al lavoro, toccano una manciata di questioni importanti: il senso della vita e della sofferenza, approfondire nell’amore, le cose che contano, quelle che durano ...

A differenza di altri film su bambini affetti da cancro che abbiamo visto negli ultimi anni, ci si concentra sui genitori, non sui piccoli, e quindi è molto più duro rispetto agli altri. Vediamo soffrire i genitori e lo spettatore è un membro in più della famiglia, condividendo con loro il problema. Un film intelligente, suggerente, interessante, duro. Molto francese. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: X (ACEPRENSA)