Lo Hobbit: Un Viaggio Inaspettato


22/12/2012. Regista: Peter Jackson. Sceneggiatura: Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson, Guillermo del Toro. Interpreti: Martin Freeman, Andy Serkis, Ian McKellen, Richard Armitage, Ken Stott. 169 min. USA, Nova Zelanda. 2012. Giovani. (V)


Un viaggio di andata e ritorno. Quello di Bilbo Baggins, un hobbit casareccio che viene coinvolto in un’avventura con dei nani. Un mago, Gandalf, gli ha raccomandato lo hobbit come esperto saccheggiatore. La missione: recuperare la casa persa e il tesoro che si trova all'interno ...

Lo Hobbit, il lavoro di Tolkien, è una storia lunga e scintillante, non è un solenne romanzo epico. Ma non siamo qui per parlare di Tolkien, ma del film di Peter Jackson, il primo di una trilogia. Il commento potrebbe essere: buono, ma lungo, inutilmente lungo e serio. Sembra troppo simile al Il Signore degli Anelli, il che è un errore, perché questo è una storia epica già vista.

Lo script di The Hobbit ha delle cose indovinate (gli enigmi nella nebbia nel capitolo 5 del romanzo, molto ritoccato e pericoloso, l'entrata in scena di Gandalf e dei nani, il ritratto della vita nella Contea e il buco dove vive Bilbo) e degli errori (queste fastidiosi perorazioni esplicative; l’estenuante allungamento delle sequenze d'azione; la musica di Shore; lo stucchevole trattamento degli elfi; gli schizzi di estrema violenza poco adatta per bambini sotto i 12 anni).

Per raccontare in tre film e 500 minuti una storia che dà per 100 minuti bisogna stirare la cosa, e molto. Il film di Jackson fa il viaggio in senso inverso a Tolkien, che è andato da Lo Hobbit a Il Signore degli Anelli.

Hobbit di Jackson è un prequel. E come tale, ne paga le conseguenze. Il film è spettacolare: la messa in scena, le scenografie generose, la buona fotografia nonostante il fastidioso 3D, ne fanno un intrattenimento di qualità che in alcune parti è brillante. Ma per coloro che hanno visto Il Signore degli Anelli,  Hobbit è più o meno la stessa cosa. Invece poteva essere un’altra cosa. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Vita di Pi


22/12/2012. Regista: Ang Lee. Sceneggiatura: David Magee, basato sul romanzo di Yann Martel. Interpreti: Irrfan Khan, Tabu, Suraj Sharma, Adil Hussain, Gérard Depardieu, Rafe Spall. 127 min. Cina, USA. 2012. Giovani. (V)



Dopo che altri registi hanno provato e fallito, Ang Lee (Mangiare, bere, uomo, donna, Ragione e sentimento) ha portato sullo schermo La vita di Pi, romanzo originale dal canadese Yann Martel, vincitore del Booker Prize 2002 e che ha venduto più di sette milioni di copie in tutto il mondo. Anche se Lee semplifica il ricco sfondo religioso e filosofico del libro, realizza un film affascinante, con momenti di grande bellezza.

Pi Patel è un adolescente vivace che vive in Pondincherry nel 1970 (India del Sud), dove la sua famiglia gestisce uno zoo. Il padre di Pi è un agnostico, la madre è indù e il ragazzo, affascinato da Dio e le religioni, finisce per praticare il cattolicesimo, l'induismo e l'islam.

Un giorno, la famiglia emigra in Canada, portando con loro gli animali più esotici in un enorme nave mercantile giapponese. Ma la nave si rovescia e solo restano in una scialuppa di salvataggio Pi e quattro animali. Le conoscenze zoologiche permettono a Pi di sopravvivere in malo modo. Perso nell'Oceano Pacifico, quasi senza cibo né acqua, Pi imposta un rapporto singolare con una tigre del Bengala, che gli consente di conservare la speranza che Dio farà un miracolo e li salverà.

Per l’abbagliante messa in scena di Ang Lee, le sensazionali prestazioni del giovane indiano attore non professionista Suraj Sharma, la variegata raffigurazione ritrattista e spirituale iniziale, il naufragio ed l’eccellente animazione digitale degli animali, Vita di Pi merita un posto d'onore nel cinema contemporaneo. Inoltre, il film presenta una profonda riflessione su Dio, la religione e la fede, con particolare attenzione alla divina provvidenza e il senso della sofferenza.

Infatti, nonostante un po’ di sincretismo e l’inquietante finale aperto della storia, Yann Martel –che si dichiara cattolico praticante- difende in essa la razionalità della fede cristiana. "Non c’è un motivo perché la scienza e la religione debbano entrare in collisione -ha osservato-, li vedo più come complementari che contraddittorie." E da questa base, indaga la grandezza e la miseria della natura umana ferita dal peccato, ma guarita dalla grazia, la presenza di Dio nel mondo e la necessità della fede per non cadere nella disperazione nichilista. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Hotel Transylvania


22/12/2012. Regista: Gennady Tartakovsky. Sceneggiatura: Peter Banyham, Robert Smigel. Animazione. 91 min. USA. 2012. Giovani.



Il Conte Dracula è il proprietario del lussuoso Hotel Transylvania, un rifugio per tutti i mostri che popolano la terra e vogliono restare al sicuro dagli esseri umani. Un ottimo inizio e una presentazione esilarante di personaggi mostrano che il vecchio baule della Hammer ha ancora molto da offrire. Il seguito è piuttosto banale e percorre sentieri molto convenzionali. Avrebbe potuto dare molto di più. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani (ACEPRENSA)

La parte degli angeli


22/12/2012. Regista: Ken Loach. Sceneggiatura: Paul Laverty. Interpreti: Paul Bannigan, John Henshaw, Gary Maitland, Jasmin Riggins, William Ruane, Roger Allam. 106 min. Gran Bretagna, Belgio, Francia, Italia. 2012. Giovani-adulti. (D, S)



Un gruppo di giovani processati per crimini brevi e furti  piccoli sono condannati a svolgere ore di servizio comunitario. Ken Loach (e il suo abituale sceneggiatore Paul Laverty) ci sorprendono piacevolmente ancora una volta con un film che, senza trascurare il ritratto di una società dura e marginale, trova soluzioni, vede possibilità di riscatto, di avere successo, se c’è motivazione e se qualcuno è disposto ad aiutare. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: D, S (ACEPRENSA)

The Grey


22/12/2012. Regista: Joe Carnahan. Sceneggiatura: Joe Carnahan, Ian Mackenzie Jeffers. Interpreti: Liam Neeson, Dermot Mulroney, Joe Anderson, James Badge Dale, Frank Grillo. 115 min. USA. 2012. Giovani-adulti.


In Alaska, un gruppo di lavoratori delle compagnie petrolifere parte in un viaggio aereo per riposarsi per un paio di giorni della solitudine e il freddo. Tra di loro c'è Ottway, accusato di aver ucciso i lupi che si aggirano intorno alla stazione. L’aereo cade, solo sette uomini sopravvivono aspettando la morte per il freddo o per i denti dei lupi. Ottway si pone come leader del gruppo e consiglia di avanzare.

Sotto l'apparenza di film d'avventura, il film è circa il senso dell'esistenza, della vita, della morte, del'uomo, della natura, e di Dio. Carnahan si è sforzato per definire ogni carattere e assegna a ciascuno un passato, illusioni, alcune ragione per vivere o per morire.
Il film è ambizioso e deve evitare molte insidie. La principale è introdurre i personaggi in una situazione estrema che non sia troppo scontata o ridicola: poi, preparare il pubblico per una traversata lunga e dolorosa in cui sai che ci sarà una serie di morti scaglionate; infine deve essere rispettoso con tutte le fedi parlando della morte, della vita dopo la morte, e di Dio, anche se confina con il nichilismo. Tutte queste sfide sono abbastanza ben risolte dal regista principalmente con l'aiuto di un grande direttore della fotografia, la cui messa in scena fredda e spietata asseconda la storia, e grazie al grande lavoro di Liam Nesson, in un film che non è commerciale.

Pubblico: Giovani-adulti. (ACEPRENSA)

Le 5 Leggende


30/11/2012. Regista: Peter Ramsey. Sceneggiatura: David Lindsay-Abaire, basato sulla serie di libri I guardiani dell’infanzia, di William Joyce. Animazione. 97 min. USA. 2102. Tutti.


Babbo Natale, il Coniglietto di Pasqua, la Fatina dei Denti e Sandman, rendono felici i bambini con le loro straordinarie capacità. Ma un giorno si accorgono della presenza dell’Uomo Nero, lo spirito malvagio degli incubi, che impaurisce i cuori dei bambini e mina la loro fiducia nei Guardiani immortali dell’innocenza dell'infanzia. Quindi, chiedono consigli all’Uomo della Luna, che nomina un nuovo Guardiano, Jack Frost, il simpatico e audace spirito dell'inverno.

Questa nuovo film di Dream Works Animation si basa sulla serie di libri giovanili I guardiani dell’infanzia, scritto e illustrato da William Joyce, sul cui romanzo Un giorno con Wilbur Robinson si basava il film di Disney I Robinson, una famiglia spaziale. Rivista da Guillermo del Toro, Le 5 Leggende propone un adeguamento all’ambito infantile dei film di supereroi, in un gradevole clima natalizio, simile al grande Arthur Christmas: Operazione regalo. Senza raggiungere gli alti livelli tecnici e narrativi di questo film, Le 5 Leggende offre una storia agile e divertente, positiva nella sua difesa della fede e dell'innocenza infantile, e molto ben animata e pianificata dall’esordiente Peter Ramsey.

È quindi un buon film per tutta la famiglia, tenendo conto di un certo tono dissacratore del Natale e un carattere anglosassone, che può limitarne il suo successo in altri ambiti. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti (ACEPRENSA)

The Twilight Saga: Breaking Dawn - Parte 2


30/11/2012. Regista: Bill Condon. Sceneggiatura: Melissa Rosenberg, tratto dal romanzo di Stephenie Meyer
Cast: Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Peter Facinelli, Elizabeth Reaser. 115 min. USA. 2012. Giovani adulti. (VX)


Termina la saga tremendamente redditizia dei vampiri innamorati. Visti gli incassi, i produttori di Twilight hanno deciso che, anche se non c’era storia, il quarto volume del romanzo di Stephanie Meyer poteva essere diviso in due film. Se la prima parte di Breaking Dawn era fondamentale, in questa l'argomento è risibile: Edward e Bella vedono crescere rapidamente la loro figlia, mentre il lupo mannaro controlla la sua crescita. Poi c'è una battaglia tra i vampiri italiani e la famiglia Cullen e amici. E niente di più.

In mezzo ci sono ancora sguardi rapiti, gesti di nostalgia e profonda sofferenza, mezzi sorrisi  presumibilmente irresistibili di Edward, pensieri in off di Bella, che trasformata in un vampiro, è più felice di una pernice ("Mi sento più viva che mai" dice nel climax drammatico circondata da luce), la sua quota di sesso -meno rispetto al precedente film, il morbo è scomparso-, e la sua quota di gore. Perché in questo Breaking Dawn così rosa c’è tanto sangue, nella parte 1 per il parto e nella 2 perché la frattura della testa del vicino (guarda quanto bene è venuto questo effetto) si ripete fino alla nausea.

Tutto molto allungato, perché è necessario riempire 115 minuti di nulla. E con diversi finali, cinque o sei. C’è poi un finale diretto che può indurre qualche fan ignaro a rivedere la saga. Anche se a questo fan dal palato devastato per un eccesso di bestseller zuccherati offro alcuni titoli di film veramente romantici, o di vampiri, o di azione, o qualsiasi altra cosa. E poi ne parliamo. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: V, X (ACEPRENSA)

Viaggio in paradiso


30/11/2012. Regista: Adrian Grunberg. Sceneggiatura: Mel Gibson, Adrian Grunberg, Stacy Perskie. Cast: Mel Gibson, Kevin Hernandez, Dolores Heredia, Daniel Giménez Cacho, Peter Stormare. 95 min. USA. 2012. Adulti. (VXD)


Mel Gibson è sorprendente. Quando sembrava che non avrebbe riacquistato il livello dei suoi precedenti lavori come attore e regista, ci sorprende con film come Mr. Beaver, o come questo che Gibson scrive, produce e fa da attore principale. Lo dirige con un talento impressionante un regista messicano che firma il suo primo lungometraggio, ma che ha già lavorato come assistente alla regia di opere importanti come Master and Commander, Amores Perros e Apocalypto.

Un cinico delinquente americano, arrestato dopo una rapina bizzarra in una zona al confine del Texas, è ospite di una prigione messicana. Questa è la giungla, con una corruzione tremenda. E lì dovrà sopravvivere.

La storia è dura e scarna nella sua rappresentazione del sistema carcerario. Il tono è riuscitissimo e la storia avvincente, con ottime prestazioni e qualità tecnica. Il film ti prende dal primo minuto e ti porta sulle ali fino alla fine con un ritmo invidiabile. Le autorità statali di Veracruz (Apocalypto è stato girato lì) non hanno fatto alcun problema per le riprese, hanno permesso l'uso di un carcere chiuso di recente, e la riprese delle sequenze nei suoi ultimi giorni di funzionamento. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X, D (ACEPRENSA)

Di nuovo in gioco


30/11/2012. Regia: Regia: Robert Lorenz. Sceneggiatura: Randy Brown. Interpreti: Clint Eastwood, Amy Adams, Justin Timberlake, John Goodman, Scott Eastwood. 111 min. USA. 2012. Giovani-adulti. (D)


Di nuovo in gioco racconta la storia di Gus, osservatore solitario e scontroso di baseball per gli Atlanta Braves, al quale mancano solo pochi mesi per finire il suo contratto e forse andare in pensione, ma che si rifiuta di cedere il posto anche se la sua vista diminuisce. Pete Klein, suo amico e capo, intuisce i problemi e cerca Mickey, figlia di Gus, perché aiuti suo padre. Non sembra una buona idea, perché padre e figlia non si sono trattati molto e lei è un avvocato in un studio importante. Ma Klein insiste, c'è la posta in gioco di un grosso acquisto e suo padre potrebbe fare un errore fatale. Mickey lo prende come l’occasione per trascorrere alcuni giorni con il padre a guardare un giovane battitore di nome Bo Gentry, a cui tutti predicono un grande futuro.

Robert Lorenz, amico e collaboratore di Clint Eastwood, dirige il suo primo lungometraggio e riesce a rimetterlo  davanti alle cineprese, rendendolo uno dei valori di questo film. Splende anche la professionalità di Lorenz e la sua squadra, che non pretendono narrare una epopea sportiva, ma semplicemente raccontare bene una buona storia, e ci riescono. Di nuovo in gioco è un film classico, in parte prevedibile -solo in parte- ma molto ben raccontato. Chiaramente il conflitto padre-figlia viene alla luce, ma non sappiamo come o quando, e lo stesso vale per ciascuna delle sottotrame che completano la storia, piena di piccoli dettagli, opportuni e significativi. Si parla molto di lavoro e di famiglia, di tempo e di soddisfazioni personali, di onestà e ambizione, di molte cose che un grande cast riempie di umanità e avvicina al pubblico. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: D (ACEPRENSA)

Argo


30/11/2012. Regista: Ben Affleck. Sceneggiatura: Chris Terrio. Interpreti: Ben Affleck, Bryan Cranston, John Goodman, Alan Arkin, Michael Cassidy, Taylor Schilling. 120 min. USA. 2012. Giovani. (V)


Dopo gli interessanti titoli Gone Baby Gone e The Town, l'attore Ben Affleck se consolida nella regia con Argo. L'azione, basata su una storia vera, ha inizio il 4 novembre 1979, quando centinaia di fondamentalisti islamici penetrano nell'ambasciata americana a Teheran e arrestano 52 cittadini statunitensi. Durante il caotico assalto, sei diplomatici riescono a fuggire e a rifugiarsi nella casa dell'ambasciatore canadese. Per portarli fuori dal paese in sicurezza, l'agente della CIA Tony Mendez escogita un piano rischioso: farli passare per cineasti che si recano in Iran in cerca di location per un film di fantascienza.

Splendidamente ambientato, girato con vigorosa precisione, montato con intensità crescente ed efficacemente avvolto dalla musica di Alexandre Desplat, il film offre un gustoso cocktail di intrigo poliziesco tipo Syriana, parodia in stile hollywoodiano di Sesso e potere e di denuncia politica anni settanta di Costa-Gavras. Quest'ultimo riferimento è particolarmente evidente nell’inizio, molto critico con l’interventistica politica estera statunitense e i suoi alleati occidentali. Più tardi quel tono vendicativo è diluito fino un finale patriottico e filmico: la parte più convenzionale del film.

Gli altri elementi sono ben dosati, in modo da proporzionare alcuni momenti di grande effetto drammatico o comico. Il cast mostra il suo alto livello, soprattutto i veterani Alan Arkin, John Goodman e Bryan Cranston. Forse il più piatto di tutti gli attori è Ben Affleck, anche se la sua sobria inespressività fa molto bene al carattere enigmatico del suo personaggio. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

007 Skyfall


31/10/2012. Regista: Sam Mendes. Sceneggiatura: John Logan e Neal Purvis. Interpreti: Daniel Craig, Judi Dench, Bérénice Marlohe, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Ben Whishaw. 144 min. USA. 2012. Adulti. (VX)



La domanda su un film che raggiunge il numero 23 della serie può essere una sola: è meglio dei precedenti? Con i film di James Bond si possono fare tutti i tipi di statistiche e ordinarli per preferenze. Ci sono quelli che preferiscono Pierce Brosnan, altri che ancora hanno nostalgia di Sean Connery, o coloro che rivendicano il breve regno di George Lazenby. Da parte mia, devo dire che Daniel Craig ha dato al personaggio un tono molto positivo e che dei tre capitoli che ha interpretato, questo è il migliore, forse anche più di Casino Royale.

Con una sceneggiatura ben lavorata, Sam Mendes (American Beauty, Revolutionary Road) che, per inciso, è arrivato a dirigere il film attraverso la sua amicizia con Craig, ha impresso profondità alla narrazione e ai personaggi. Prova di ciò è che si comprende pienamente la richiesta specifica che è stata fatta ai critici di parlare il meno possibile dell'argomento. Un argomento che contiene sorprese narrative impensabili in qualsiasi altro capitolo della saga.

Per quanto riguarda i personaggi, Bond non ha intenzione di smettere di essere Bond e ci sono i suoi martini (e birre Heineken), le sue avventure amorose e le armi. Ma sotto il Bond cartongesso, di M o del villano (spettacolare interpretazione di Bardem, nonostante il suo spaventoso stilismo) c'è un deciso scopo di costruire personaggi con una storia. Lo spiega lo stesso Craig: “Il Bond di Skyfall è più vecchio. E ha coscienza. Sono sempre stato interessato alla coscienza di Bond, perché credo che tutte le azioni hanno delle conseguenze. Bond è un assassino e questo influisce su di lui”.

Insieme a questo, in Skyfall c’è un’altra trama interessante, che è una rivendicazione - un po’ nostalgica- del passato, degli antichi agenti nei confronti dell’impero della tecnologia. Il film diventa, in qualche modo, una difesa dell’uomo contro la macchina. Una difesa amichevole, perché in questo aspetto si concentra gran parte dell'umorismo del film.

E che non si preoccupi il pubblico maschile e gli amanti del cinema di azione immaginando un 007 di essai. Né la nostalgia, né la costruzione dei caratteri tolgono un'oncia di ritmo e adrenalina a un film di spettacolari sequenze di fughe, corse, botte e combattimenti esemplarmente girate e coreografate. In questo senso, semplicemente i primi 20 minuti, con un inseguimento vertiginoso che finisce con i magnifici titoli di credito su un prezioso tema di Adele,  pagano il prezzo di'entrata. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, X (ACEPRENSA)

Taken - La vendetta


31/10/2012. Regista: Olivier Megaton. Sceneggiatura: Luc Besson, Robert Mark Kamen. Interpreti: Liam Neeson, Maggie Grace, Famke Janssen, Rade Serbedzija, Luke Grimes. 92 min. Francia. 2012. Giovani. (V)



Dopo il grande successo nel 2008 di Vendetta (Taken), un thriller ben costruito e senza pretese, era solo una questione di tempo prima che Luc Besson si mettesse a fare un sequel con un regista che lavora per la sua redditizia casa produttrice. Ci si sarebbe aspettato qualcosa un po’ più elaborato, non un buon film, ma almeno un sequel pulito. La sceneggiatura scritta da Besson e Kamen potrebbe stare su un tovagliolo e la realizzazione di Olivier Megaton è spasmodica, piatta e di routine. Accanto a questo film, Transporter sembra un capolavoro. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Ted


31/10/2012. Regia: Seth MacFarlane. Sceneggiatura: Seth MacFarlane, Alec Sulkin e Wellesley Wild. Interpreti: Mark Wahlberg, Mila Kunis, Patrick Warburton, Giovanni Ribisi, Joel McHale.106 min. USA. 2012. Giovani-adulti. (X)



John Bennett (Mark Wahlberg) è un umile lavoratore che, negli anni Ottanta, quando era un bambino timido e solitario, ha voluto che prendesse vita il suo amato orsacchiotto, Ted. Il miracolo si è realizzato sconvolgendo l'opinione pubblica. Ora, 27 anni dopo, John e Ted affrontano insieme l'età adulta, mentre ricordano con rammarico il mediocre filmato degli anni Ottanta Flash Gordon, di Mike Hodges, con Sam J. Jones. Ma l'orso buon vivant ha una cattiva influenza su John e la sua ragazza Lori (Mila Kunis) incomincia a perdere la pazienza.

Il creatore della serie animata per adulti Family Guy Present e American Dad!, Seth MacFarlane, ha debuttato nel cinema con questa commedia pazza, vicina nel suo approccio narrativo a Mr. Beaver, di Jodie Foster, e nel tono teppista a Paul, di Greg Mottola. In essa, il regista dispiega il suo umorismo caustico e iconoclasta per constatare l'attuale epidemia di immaturità che affligge il mondo occidentale. Alcune delle sue gag sono divertenti e intelligenti. Ma nel complesso, domina un umorismo molto grossolano, con costanti riferimenti sessuali e volgari, e spesso compiacente con il radicale edonismo praticato da Ted, che è dipendente della marijuana e si dedica fondamentalmente ad ammazzare il tempo. Alla fine, il tutto finisce per irritare, nonostante i parziali successi e la sua esaltazione della amicizia. Jerónimo José Martin. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: X (ACEPRENSA)

Cogan - Killing them softly


31/10/2012. Regista: Andrew Dominik. Sceneggiatura: Andrew Dominik. Interpreti: Brad Pitt, Ray Liotta, Richard Jenkins, Sam Shepard, James Gandolfini. 97 min. USA. 2012. Adulti. (VXD)


Appena uscito di prigione, Frankie è coinvolto nel colpo che tutti sconsigliano: l’assalto a una partita di poker illegale. Il suo mentore lo incoraggia, perché i sospetti cadranno su Trattman, organizzatore del gioco, che già ha rubato in passato la propria partita. Non fanno i conti però con l'arrivo di Jackie Cogan, assassino esperto a mettere ordine in queste situazioni.

Il neozelandese Andrew Dominik presenta il suo terzo film dopo Chopper e L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford, e di nuovo sorprende la sua maestria narrativa, con scene molto meditate e un buon profilo dei  personaggi di sesso maschile, interpretati da un grande cast guidato da Brad Pitt, anche produttore. Dominik attinge a attori associati a storie di gangster come Ray Liotta (Quei bravi ragazzi) e James Gandolfini (I Soprano). E a tutti, compresa la mente Richard Jenkins, regala scene intense.

L'idea di fare una storia costellata di televisori in cui Bush e Obama parlano sulla crisi economica e i valori che hanno fatto grande gli Stati Uniti è efficace nella sua ironia e serve a criticare la mancanza di principi e l’immoralità. Sì, il cinismo è molto presente nel film, a partire dal titolo. Domina anche la violenza, iper e molto sgradevole in diversi passaggi. Oppure la grossolanità eccessiva quando si parla di abitudini sessuali. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. V, X, D (ACEPRENSA)

Il matrimonio che vorrei


31/10/2012. Regista: David Frankel. Sceneggiatura: Vanessa Taylor. Interpreti: Steve Carell, Meryl Streep, Tommy Lee Jones, Elisabeth Shue, Mimi Rogers. 100 min. USA. 2012. Giovanni-adulti. (X)


Kay e Arnold sono sposati da oltre 30 anni. I bambini hanno già volato dal nido, e il matrimonio sussiste per semplice routine, tutti i giorni sono uguali mancano incentivi, e i tentativi di lei di ravvivare la fiamma del amore non hanno successo. Attratta dal suo best-seller per il trattamento di crisi coniugali, Kay chiede un appuntamento con il dottore Feld nel suo studio in una piccola città del Maine, in quella che sarà una sorta di mini-vacanza. Arnold accetta con riluttanza, e la coppia si vedrà sottoposta a una insolita terapia.

Il titolo può indurre in errore, anche se si adatta bene ai film di David Frankel, responsabile de Il diavolo veste Prada e Marley. Lo script di Il matrimonio che vorrei si deve alla scrittrice Vanessa Taylor, che ha intervenuto in programmi come Alias, Everwood e Il trono di spade. Ma il più vicino a ciò che si racconta in questo film è Dimmi che mi ami. Certamente contiene brani di commedia e si nota la presenza del comico Steve Carell, ma Il matrimonio che vorrei è più vicino a un dramma di raffreddamento coniugale, descritto come quasi insalvabile.

L'idea di un matrimonio con problemi che per ricominciare segue alcuni esercizi proposti dall'esterno ricorda a Fireproof. Ma forse la differenza principale di questo film è che il raffreddamento dell'amore viene attribuito in modo eminente agli insoddisfacenti rapporti sessuali (certamente si segnalano altre cause, ma sempre in secondo piano, perciò il campo di applicazione della proposta è minore). E mentre è ovvio che indirizzare bene la sessualità nel matrimonio è importante, ed anche essenziale. Ma il peso che viene dato per quanto riguarda la crisi è eccessivo, confonde gli effetti con le cause, e si può solo spiegare per due motivi : il contesto di una società ipersessualizzata che mette così tanta enfasi sulla fantasia, piaceri solitari e “pratiche” meno convenzionali, e i passaggi presumibilmente divertenti ai quali possono dare luogo due caratteri che in questo campo sono abbastanza pudici.

Il meglio di Il matrimonio che vorrei sono sicuramente Meryl Streep e Tommy Lee Jones, due grandi attori enormi che incarnano perfettamente i loro due personaggi: il loro giorno per giorno con il pilota automatico, e il “terremoto” emozionale che cominciano a sperimentare nelle loro vite dopo aver frequentato lo studio medico. Carell si limita a svolgere il proprio ruolo di provocatore di apparente innocuità, dove la faccia lievemente ironica è più che sufficiente ai fini della trama.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: Azione 0 | Amore 2 | Lacrime 2 | Risate 2 | Sesso 1 | Violenza 0 (DeCine21)

Killer Joe


31/10/2012. Regista: William Friedkin. Sceneggiatura: Tracy Letts. Interpreti: Matthew McConaughey, Emile Hirsch, Gina Gershon, Juno Temple, Thomas Haden Church. 103 min. USA. 2011. Adulti (V, X)

Padre e figlio, con la seconda moglie del primo, assumono un assassino per uccidere la ex moglie e madre, raccogliere l'assicurazione e così cancellare certi debiti. Dato che mancano di contanti, accettano la condizione dell'assassino di un anticipo sotto forma di pagamenti sessuali, che deve concedere la figlia del clan, cosa che lei ignora.

E’ la seconda volta che William Friedkin adatta una pièce di Tracy Letts, dopo Bug-La paranoia è contagiosa, del 2006. Molto tempo dopo L'esorcista (1974), si può dire che questo film ha qualche cosa di diabolico in relazione al spregevole patto nato alle spalle di una giovane donna ingenua che è cresciuta in una famiglia destrutturata. Secondo Friedkin, sarebbe una Cenerentola, e l’assassino il suo inaspettato Principe Azzurro. Come si vede, si tratta di un umorismo selvaggio e contorto, servito qui con una gran brutalità, tra cui brani di sesso dissacrante e violenza che ricordano i film di Quentin Tarantino.

Nei suoi primi passi Killer Joe fa pensare al film che ha chiuso la filmografia di Sidney Lumet, Onora il padre e la madre; anche questo fa riferimenti al diavolo. Come in quel film, Friedkin eccelle nel allestimento impeccabile e dipinge una famiglia, per così dire, in stato di putrefazione, in cui tutto ciò che può essere chiamato amore è assente.

Emile Hirsch interpreta il figlio che deve dei soldi per un affare di droga, Thomas Haden Church è il padre sconclusionato, Juno Temple, la figlia che sembra vivere su un altro pianeta, Gina Gershon la seconda moglie. Per il ruolo di assassino impavido e pervertito Matthew McConaughey che come in Lone Star interpreta un poliziotto texano, in questo caso con caratteristiche molto particolari.

La distribuzione appropriata e il ritmo veloce, con forti tensioni che di solito generano i film tarantineschi, può piacere a qualche pubblico consegnato a questo tipo di proposte disumanizzanti, ma non al resto. Friedkin sembra dare un altro giro di vite all’umorismo nero con un finale di Grand Guignol, esagerato e assurdo come cercando di attaccare nel cervello dello spettatore l'idea che stiamo toccando il fondo. Che a qualcuno piaccia l'idea, questa è un'altra storia.

Pubblico: Adulti. Contenuti: Azione 1 | Amore 0 | Lacrime 0 | Risate 2 | Sesso 2 | Violenza 2 (DeCine21)

L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva

29/9/2012. Registi: Mike Thurmeier, Steve Martino. Sceneggiatura: Michael Berg, Jason Fuchs, Mike Reiss. Animazione. 94 min. USA. 2012. Tutti


Il quarto capitolo della saga Ice Age è un grande film di avventure di fattura impressionante, colori straordinari e sfondi di alta qualità. Il film ha un inizio potente, spettacolare, dando vita a una nuova avventura dei popolari personaggi con cui ridi e trascorri un grande momento, con molta azione, avventura, amicizia ed emozioni.

Il colore (bisogna tenere a mente che abbondano le sequenze nel mare) è molto buono e si vede che hanno lavorato duramente perché, essendo in 3D e dovendo portare lo spettatore gli occhiali, non si perda qualità. La storia potrebbe facilmente ristagnare, ma non ristagna perché gli sceneggiatori sono molto abili e realizzano una emozionante avventura che, senza essere particolarmente originale, sa giocare le sue carte e raramente entra in terreni troppo battuti. L'epilogo (lo scoiattolo è ancora una volta il protagonista) è molto divertente: ricorda Tex Avery al suo meglio. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti. Contenuti: --- (ACEPRENSA)

Ribelle - The Brave

29/9/2012. Regia: Brenda Chapman, Mark Andrews, Steve Purcell. Sceneggiatura: Brenda Chapman, Irene Mecchi. Animazione. 100 min. USA. 2012. Tutti.


Le Highlands scozzesi, secolo X. La rossa Mérida è un adolescente ribelle e impetuosa, figlia del rozzo Re Fergus e della raffinata Regina Elinor, e sorella di tre terribili gemelli. Sua madre vuole fare di Mérida una principessa rispettabile e discreta. Ma la ragazza ama combattere, tirare frecce –è un arciere bravissimo-, e cavalcare attraverso le foreste lussureggianti del regno. La tensione tra madre e figlia si attiva quando Mérida boicotta la cerimonia di elezione del suo futuro marito, un concorso ancestrale che coinvolge i primogeniti dei grandi signori della zona: l'enorme lord McGuffin, il burbero lord Macintosh e lo scontroso lord Dingwall. La sfida di Mérida si completa quando chiede a una eccentrica strega di eseguire un incantesimo per far cambiare di atteggiamento sua madre. La maga le concede il suo sventurato desiderio, che si trasforma in una maledizione e provoca il caos in tutto il regno.

Questo nuovo lungometraggio della Pixar Animation smentisce alcuni commenti circa la presunta crisi creativa dello  Studio di Emeryville. Certo, a volte si vedono i problemi di produzione subiti dal film, inizialmente diretto da Brenda Chapman (Il principe d'Egitto), e, infine, firmato da lei e di Mark Andrews, e co-diretto dal esordiente Steve Purcell. Per ciò risulta leggermente brusco il passaggio dalla commedia pazza della prima parte –vicina al tono di Dragon Trainer, il miglior lungometraggio d'animazione della DreamWorks-, al dramma intenso nel secondo tempo, con qualche eco del film d'animazione di Disney Koda fratello orso. In ogni caso, funzionano molto bene tanto le gag comiche come i passaggi melodrammatici, tra cui splendide sequenze d'azione, e che si arricchiscono con riflessioni sulla famiglia, l'educazione, l’ansia di libertà.

Tutto questo si sviluppa con un agile ritmo narrativo e la migliore animazione realizzata fino ad oggi. Da un lato, gli sfondi proporzionano uno spettacolo visivo impressionante, rinforzato dai brillanti effetti stereoscopici 3D e la colonna sonora dallo scozzese Patrick Doyle, tra cui diverse belle ballate di Julie Fowlis, Birdy e altri. Pixar dà anche il massimo in termini di animazione dei personaggi -sono memorabili i gesti e i capelli di Mérida e il trattamento dei costumi in vestiti, armi, pelli ... Si tratta di una produzione più che notevole, forse non completamente riuscita come i capolavori della Pixar – la saga Toy Story, Gli Incredibili, Ratatouille ... - ma che entusiasmerà i fan della animazione e il pubblico in generale, soprattutto quello femminile. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti. --- (ACEPRENSA)

Monsieur Lazhar

29/9/2012. Regista: Philippe Falardeau. Sceneggiatura: Philippe Falardeau. Interpreti: Mohamed Fellag, Sophie Nelisse, Emilien Neron, Danielle Proulx, Brigitte Poupart. 94 min. Canada. 2011. Giovani.



La tragica morte di un insegnante di scuola elementare in una scuola di Montreal scuote i suoi studenti di undici anni, in particolare il sensibile Simon, che ha scoperto il cadavere. Bachir Lazhar, un immigrato algerino di 55 anni, legge le notizie sulla stampa, si offre come sostituto ed è finalmente accettato. I suoi metodi di insegnamento, tradizionali,  -esigenti con i bambini e, allo stesso tempo, molto vicini a loro- si scontrano con le convenzioni politicamente corrette per le quali si regge la scuola. Ciò sviluppa una aspra polemica tra insegnanti e genitori, parallela agli sforzi di Lazhar e dei studenti per guarire le profonde ferite aperte di cui soffrono.

Riconosciuto con numerosi premi, tra i quali i sei premi Genie più importanti dell'Accademia di Cinema e Televisione canadese, e nel 2011 candidato all'Oscar per il miglior film straniero, Monsieur Lazhar coincide con la scoperta internazionale dello sceneggiatore e regista canadese Philippe Falardeau. Questo giovane regista di lingua francese trasforma il monologo teatrale Bashir Lazhar, di Evelyne di Chenelière, in un intenso dramma scolare, attraverso il quale articola preziose riflessioni sulla buona educazione -che coinvolge gli insegnanti e i genitori-,  la tutela della innocenza dei bambini, il significato della sofferenza e la necessità di affrontare con i bambini il tema della morte.

Falardeau dosa molto bene i diversi intrighi intorno ai conflitti dei personaggi, interpretati da attori sensazionali, tra cui il popolare comico Mohamed Fellag -nel ruolo di Lazhar- e i bambini non professionisti che danno vita ai suoi studenti, tutti travolgenti nella loro naturalezza. Accompagnato dalla sottile partitura di Martin Léon, la sobria messa in scena iper realista rafforza questa autenticità con risorse caratteristiche del documentario -da cui procede Falardeau- e così avvicina Monsieur Lazhar a film come Essere e avere, o La classe, più che ad altri film su insegnanti carismatici, come L’attimo fuggente, Goodbye Mr. Holland, Les choristes-I ragazzi del coro o L’onda.

Falardeau raggiunge un altissimo livello emotivo sottolineando le virtù di base, che danno anima alla sua accurata critica della società attuale, dominata, secondo lui, da complessi, paure e fondamentalismi ideologici molto nocivi alla formazione affettiva dei bambini. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani.  (ACEPRENSA)

The Bourne Legacy

29/9/2012. Regista: Tony Gilroy. Sceneggiatura: Tony Gilroy, Dan Gilroy. Interpreti: Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward Norton, Stacy Keach, Oscar Isacc. 134 min. USA. 2012. Giovani. (V)


Tutti si domandavano cosa sarebbe successo alla saga Bourne dopo la partenza della sua stella, questo attore così capace chiamato Matt Damon. Ma è giusto notare che Damon è uno dei tre termini che hanno fatto il successo e la qualità di Bourne 2 e 3. L'altro è un manager molto capace, il britannico Paul Greengrass. Una volta che entrambi hanno deciso di dedicarsi a altri film e di lasciare la serie, è rimasto solo il terzo degli addendi, lo sceneggiatore Tony Gilroy, che ha adattato i romanzi di Robert Ludlum. Gilroy ha assunto la direzione mantenendo la squadra tecnica che fece i precedenti film.

E il risultato è degno, ma inferiore rispetto alle puntate precedenti. Il film ha difficoltà di partenza, arrivando a rendere nervoso lo spettatore che si domanda: “Dov'è il mio Bourne?”. Ci sono alcuni grossi problemi di ritmo e la lunghezza è eccessiva. Il popolare Jeremy Renner (The Hurt Locker) e Rachel Weisz lavorano bene, e sono dotati di una fotogenica potente, ma i loro personaggi sono poveri se si confrontano con i carismatici di Matt Damon, Franka Potente, Julia Stiles e Joan Allen. E il cattivo non è alla altezza: un errore grave quando si è scelto un attore con tanto aplomb come Edward Norton. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V. (ACEPRENSA)

I Mercenari 2

29/9/2012. Regista: Simon West. Sceneggiatura: Richard Went, Sylvester Stallone. Interpreti: Sylvester Stallone, Jason Statham, Jean-Claude Van Damme, Jet Li, Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis, Chuck Norris. 102 min. USA. 2012. Giovani.


Divertente film d'azione che mette insieme i veterani che hanno dominato per decenni il genere di film con attori di poche parole e molti pugni, che colpiscono senza riposo qualsiasi che li si mette davanti. Considerando quanto poco riuscita è stata la prima parte di questa saga, sorprende incontrare un film divertente, senza pretese e con un riuscito tono di auto parodia del quale si fa un uso intelligente e misurato.

La storia non è nulla di speciale, ma è efficace e fornisce una scusa affinchè ciascuno degli attori veterani abbia il suo “momento”. Quelli per Arnold Schwarzenegger, Bruce Willis e Chuck Norris sono divertenti. Sylvester Stallone serve come leader del gruppo, probabilmente perché, con Richard Wenk (Solo due ore), ha scritto la sceneggiatura Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

To Rome with love

29/9/2012. Regista: Woody Allen. Sceneggiatura: Woody Allen. Interpreti: Woody Allen, Ellen Page, Alec Baldwin, Jesse Eisenberg, Roberto Benigni, Penelope Cruz. 102 min. USA, Italia, Spagna. 2012. Adulti. (XD)

Woody Allen torna a stare di fronte alle telecamere interpretando il suo classico personaggio. Come sempre, si tratta di un film corale, con molte trame amorose, ma con un tono meno cinico del solito, ma tremendamente ironico, edonistico e incidentalmente grossolano. Roma è la città scelta come sfondo per questa commedia leggera, che parla di amore, arte e reality show, in termini tanto volatili come accattivanti. Nel cast, tra gli altri, ci sono Penelope Cruz, Alec Baldwin, che rende il ruolo di coro o coscienza di uno dei personaggi, qualcosa già utilizzato da Allen in altre occasioni, Ellen Page (Juno), che si conferma come un eccellente attrice, e il sempre traboccante e iperbolico Roberto Benigni, protagonista della trama più surreale e divertente del film. Juan Orellana. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: X, D. (ACEPRENSA)

Che cosa aspettarsi quando si aspetta

29/9/2012. Regista: Kirk Jones. Sceneggiatura: Heather Hach, Shauna Cross. Interpreti: Cameron Diaz, Brooklyn Decker, Jennifer Lopez, Chace Crawford, Rodrigo Santoro, Chris Rock, Dennis Quaid, Elizabeth Banks. 110 min. USA. 2012. Adulti. (DS)



Incredibile ma vero: il titolo e l'intero script, in assenza di altre idee, è quello di un libro di consigli per i futuri genitori. Il sceneggiatori Heather Hach e Shauna Cross, lo hanno trasformato in una storia corale di diverse coppie in attesa di figli, che soffrono le pene dei genitori novelli, discutono, si preoccupano e hanno i figli lo stesso giorno. Dirige Kirk Jones (Tata Matilda), il cui ufficio riesce a dare ritmo e qualche entità ad una storia che in altre mani probabilmente sarebbe affondata. L’umorismo è un po’ scurrile e leggermente piccante, ma sempre moderato. Il film è ben intenzionato e con un cast stellare che per quasi due ore dice che è bene avere un figlio. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: D, S. (ACEPRENSA)

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno

28/7/2012. Regista: Christopher Nolan. Sceneggiatura: Jonathan Nolan e Christopher Nolan; su una storia di David S. Goyer e Christopher Nolan, a sua volta basata sui personaggi creati da Bob Kane. Interpreti: Christian Bale, Tom Hardy, Anne Hathaway, Gary Oldman, Morgan Freeman, Michael Caine, Marion Cotillard, Joseph Gordon-Levitt. 165 min. USA. 2012. Giovani. (VS) Nelle sale dal 29 agosto.


Dopo numerosi film e spettacoli televisivi di varia qualità, il londinese Christopher Nolan offri in Batman Begins (2005) e Il cavaliere oscuro (2008) la migliore immagine filmica di Batman, personaggio creato nel 1939 per la DC Comics dallo sceneggiatore Bill Finger e il disegnatore Bob Kane. In linea di principio, ora chiude la sua trilogia con Il cavaliere oscuro – Il ritorno, che mescola personaggi e situazioni ricavati dai fumetti originale Il ritorno del Signore della Notte, The Fall of the Bat e La terra di nessuno.

Il miliardario Bruce Wayne (Christian Bale) è da otto anni in ritiro nella sua villa, traumatizzato per aver consentito che il supereroe Batman -la sua identità nascosta- sia diventato un evaso. La sua menzogna sulla morte del idealizzato procuratore D.A. Harvey Dent (Aaron Eckhart), che, in realtà, era diventato un mostro, è servita a sedare l'attività criminale nella città di Gotham. Ma tutto cambia con l'arrivo di Bane (Tom Hardy), un violento mercenario, con mezza faccia nascosta da una ingombrante protesi analgesica.

I suoi piani apocalittici obbligano Bruce Wayne/Batman a uscire dal pensionamento e ricorrere di nuovo alle sofisticate invenzioni del suo ingegnere di armamento Lucius Fox (Morgan Freeman). Il Cavaliere Oscuro avrà l'aiuto dell’onesto capitano della polizia James Gordon (Gary Oldman), supportato questa volta dal giovane agente John Blake (Joseph Gordon-Levitt), che ammira Batman da quando era un bambino. Nel frattempo, nella persona di Bruce Wayne, tenta di risolvere la delicata situazione delle sue imprese, in collaborazione con l’altruista Miranda Tate  (Marion Cotillard). Una abile e bella ladra, Selina Kyle (Anne Hathaway), s’incontra con il sofferto supereroe, molto in bassa forma dopo la sua prolungata inattività.

In questo terzo capitolo della serie, Nolan ripete gli elementi che hanno prodotto per i suoi predecessori un clamoroso successo di critica e commerciale: una sceneggiatura corale, che sottolinea con precisione le luci e le ombre di Batman come un eroe in carne e ossa, vulnerabile, con conflitti drammatici difficili; un impattante ambientazione tra iperrealista e gotica, con echi di Metropolis, di Fritz Lang, e del miglior cinema nero classico e moderno; delle spettacolari sequenze di azione di vibrante svolgimento; ed ottime recitazioni di un cast di lusso. Tutto ciò, avvolto in una fotografia (Wally Pfister) e musica (Hans Zimmer) di grande potenza emotiva.

Tuttavia, questa volta il prestigioso regista londinese si mostra meno solido. In primo luogo, la sceneggiatura e il montaggio sono più confusi e meno fluidi, e alcune situazioni si risolvono con ellissi piuttosto forzate. Inoltre, i conflitti morali dei personaggi hanno meno peso e, pertanto, non aggiungono molto alle sequenze d'azione. Alle volte, la colonna sonora ha un ruolo eccessivo. E, naturalmente, i 165 minuti di filmato risultano eccessivi. Ciò significa che Nolan si è lasciato andare un po’, come gli è accaduto in Inception. In ogni caso, firma un film notevole, che consolida uno stile molto personale di trattare i film di supereroi, con una indubbia incidenza sull'evoluzione del genere nell'ultimo decennio. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V, S  (ACEPRENSA)

The Amazing Spider-Man

28/7/2012. Regia: Marc Webb. Sceneggiatura: James Vanderbilt, Alvin Sargent, Steve Kloves. Interpreti: Andrew Garfield, Emma Stone, Rhys Ifans, Martin Sheen, Campbell Scott. 136 min. USA. 2012. Giovani.


Nuova versione delle avventure di Spider-Man, il supereroe Marvel creato da Stan Lee e Steve Dikto, dieci anni dopo che Sam Raimi inizia la sua riuscita trilogia cinematografica. La sfida per Marc Webb, regista della originale commedia romantica (500) Giorni insieme, è stata grande, soprattutto perché si tratta di iniziare di nuovo la serie, come Christopher Nolan ha dovuto fare con Batman.

Webb ne esce bene. La sceneggiatura ha tre autori che rispondono a ciò di cui ha bisogno lo spettatore contemporaneo: personaggi solidi e classicismo - Sargent, che ha lavorato con Raimi, e ha firmato il copione di Gente comune-, un ritocco oscuro -Vanderbilt, che ha scritto Zodiac-, e per agganciarsi coi giovani Kloves, autore delle sceneggiature della saga di Harry Potter. E la potenza visiva e sovrabbondanza di immaginazione del regista si vedono chiaramente, con buon uso del 3D e una New York meno videogioco che quella di Raimi.

Nulla è nuovo e tutto è nuovo. Caso mai non fosse chiaro, verso la fine del film c’è una breve scena in cui si dice che tutti gli argomenti sono riassumibili non in dieci paradigmi, ma in uno. È sempre presente l'idea di responsabilità nella scelta e l'uso dei doni, a cui si aggiunge una trama biotecnologica e l'intrigo sui precedenti dei genitori di Peter Parker, prima che il ragno famoso lo morsicasse. Andrew Garfield è un buon protagonista, e lo è anche Emma Stone, il suo interesse amoroso; Denis Leary, il padre di lei, e Martin Sheen e Sally Field, gli zii di lui. Il tragico cattivo ha il suo interesse, ed e ben interpretato da Rhys Ifans. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)

The Way Back

28/7/2012. Regista: Peter Weir. Sceneggiatura: Peter Weir, Keith R. Clark. Interpreti: Ed Harris, Jim Sturgess, Colin Farrell, Saoirse Ronan, Mark Strong. 133 min. USA, Emirati, Polonia. 2010. Giovani. (V)


Siberia, 1940. Il polacco Janusz è stato inviato in un gulag. Pesa sulla sua anima la condanna con false accuse, ottenute sotto tortura, da sua moglie. E pensa soltanto alla fuga, impresa quasi impossibile a causa del clima: l’intera Siberia è una prigione. Tuttavia, approfittando di una tormenta di neve, prenderà il volo con altri sei uomini.

Film vagamente basato sulle memorie del polacco Slavomir Rawicz, raccontate in un libro la cui veridicità è stata contestata nel 2006, quando già era morto. Al di là di questa polemica per specialisti, abbiamo una storia di interesse umano, trasformata in una sceneggiatura solida e ricca da Peter Weir e Keith R. Clarke. Impressiona la descrizione del capo carismatico del gruppo, Janusz, guidato dalla bontà, ma anche quella dell’americano disperato Mr. Smith, l'artista fornaio, il sacerdote lettone, lo spaccone Valka, ecc, o la misteriosa polacca Ilena, che incontrano lungo la strada. Le informazioni su di essi viene dosata, e l’insieme serve a fornire un prezioso quadro sulla condizione umana, le sue qualità e limiti, francamente entusiasmante. I dialoghi sono ben scritti e gli attori, non più di una dozzina quelli importanti, sono eccezionali.

Weir gestisce molto bene le forze della natura come cornice misteriosa e viva dove si sviluppano le sue storie: si pensi Picnic a Hanging Rock, o più recentemente in Master and Commander. Qui ci dà un'altra lezione in questo senso, nella varietà di elementi naturali bellissimi ma ostili: la neve e le rocce delle montagne, le foreste, il ghiaccio e le zanzare del lago, il vento, la sabbia e i miraggi del deserto ... Grazie al suo talento visivo e il suo senso narrativo, il regista australiano compone piani e passaggi bellissimi, e di alto contenuto drammatico. Serva come esempio l’evaso congelato, il passaggio sul lago ghiacciato, o la scoperta dell’acqua che disseta. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V. (ACEPRENSA)

Madagascar 3: ricercati in Europa

28/7/2012. Registi: Conrad Vernon, Eric Darnell, Tom McGrath. Sceneggiatura: Noah Baumbach. Animazione. 93 min. USA. 2012. Tutti. Nelle sale dal 22 agosto.


Dopo la fuga dallo zoo di New York e la riscoperta delle proprie radici nella savana africana, Alex il leone,  Marty la zebra maschio, Melman la giraffa e Gloria l'ippopotamo femmina continuano le loro avventure in Europa, dove devono inserirsi in un circo itinerante per sfuggire ad una instancabile poliziotta francese dedita al controllo degli animali. In aggiunta agli incombustibili pinguini e ai giocherelloni scimpanzé, nella loro fuga saranno aiutati da un leone marino italiano, una tigre russa, un giaguaro di origini latine e altri singolari animali

In questo terzo capitolo della popolare serie dalla DreamWorks Animation, di nuovo ottengono un grande successo Eric Darnell e Tom McGrath, -registi delle primi due avventure-, accompagnati questa volta da Conrad Vernon, co-regista di Shrek 2 e Monsters vs Aliens. I tre mantengono un elevatissimo livello di animazione 3D stereoscopica e potenziano ancora di più un frenetico ritmo narrativo, caratteristico del cartoon americano più folle e delirante, a cui s’ispirano.

Questo significa sacrificare la profondità dei personaggi, ma assicura un sacco di sequenze d'azione spettacolari e colpi di umorismo molto divertenti, basati nei luoghi comuni più popolari dei diversi paesi europei. Merita speciale encomio la rinfrescante colonna sonora di Hans Zimmer, completata da diverse belle canzoni come Firework, di Katy Perry. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico:Tutti. Contenuti: --- (ACEPRENSA)

Travolti dalla cicogna

28/7/2012. Regista: Rémi Bezançon. Sceneggiatura: Rémi Bezançon, Vanessa Portal; basata nel romanzo di Éliette Abécassis. Interpreti: Louise Bourgoin, Pio Marmaï, Josiane Balasko, Thierry Frémont, Gabrielle Lazure, Anaïs Croze, Daphné Bürki. 111 min. Francia, Belgio. 2011. Adulti. (SX)

La sceneggiatura, scritta dal regista e da Vanessa Portal, adatta un romanzo di Eliette Abécassis. Nicolas conosce nel video club dove lavora a Barbara, la donna ideale. Quando iniziano una relazione, entrambi continuano a comportarsi come se fossero celibi, agendo in modo quasi infantile. Ma dovranno maturare in fretta quando ricevono la lieta notizia che lei è incinta. Durante il periodo di gestazione, Barbara dovrà svolgere una tesi che le serve per ottenere un posto da insegnante.

Dopo aver esplorato gli alti e bassi dei rapporti familiari nell’interessante Le Premier Jour Du Reste de Ta Vie, Bezançon segue una linea molto simile nel momento di analizzare la maternità. Gli spettatori che hanno apprezzato il suo precedente lavoro non si sorprenderanno perché questa volta segue le conseguenze più difficili della gravidanza e del parto, come il sacrificio personale e professionale della madre per prendersi cura del bambino in ogni ora, i problemi che la nuova situazione causano alla coppia, ecc, e comunque sotto giace ancora una conclusione positiva: che nulla vale di più.

Ridonda troppo sui dettagli, tanto che alcuni risultano un po’ squallidi, ma si compensano con un umorismo costante. Inoltre i protagonisti fanno un buon lavoro. E contiene un po’ di fantasia, come la storia d'amore in cui i personaggi esprimono i loro sentimenti parlandosi attraverso le copertine dei film. Decine21/Almudi JD.

Pubblico: Adulti. Contenuti: S, X. Valutazione morale: con inconvenienti (Almudi.org )

Il dittatore

28/7/2012. Regista: Larry Charles. Sceneggiatura: Larry Charles. Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Alec Berg, David Mandel, Jeff Schaffer. Interpreti: Sacha Baron Cohen, Anna Faris, Ben Kinsgley, John C. Reilly, Megan Fox. 83 min. USA. 2012. Adulti. (XD)


L'attore britannico Sacha Baron Cohen ripete la formula dei suoi film precedenti (Borat, Bruno). L'idea può risultare gradevole (un dittatore di paccottiglia che arriva a New York in visita ufficiale). Alcune gag spiritose però non giustificano l’istrionismi di un comico che, dentro e fuori dallo schermo, utilizza un umorismo così rozzo, da diventare ripugnante. Ana Sánchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: X, D. (ACEPRENSA)

Biancaneve e il cacciatore

30/6/2012. Regista: Rupert Sanders. Sceneggiatura: Evan Daugherty, John Lee Hancock, Hossein Amini. Interpreti: Charlize Theron, Kristen Stewart, Chris Hemsworth, Sam Claflin, Bob Hoskins. 127 min. USA. 2012. Giovani. (V) Nelle sale dal 11 luglio.


Recentemente abbiamo visto nei cinema il film Biancaneve diretto da l'indiano Tarsem Singh. Divertente, tenero, fiducioso, molto colorato, per ogni tipo di pubblico.

È interessante notare il tono wagneriano (tragico, scuro, senza umorismo -c’è né un po’, ma non molto, con i nani-) di questa versione di Biancaneve. Un modo furbo per andare alla ricerca di un pubblico adolescente e adulto, offrendo un racconto di azione con battaglie e molto drammatico. Il personaggio del cacciatore al centro della storia è una buona invenzione e il modo di muovere il principe sulla scacchiera è geniale.

Il film ha avuto molta pre-produzione, e il lavoro previo si vede. Chi ha acquistato la sceneggiatura è stato Joe Roth, ex presidente della Fox e Disney, che prima di lasciare Disney ha prodotto il film altamente redditizio Alice nel paese delle meraviglie, di Tim Burton. Evan Daugherty ha scritto questa versione della storia pubblicata dai fratelli Grimm 200 anni fa mentre studiava cinema alla Tisch School dell'Università di New York. Nel 2008 già stava facendo girare lo script per i mercati per vedere se riusciva a piazzarlo.

Quando finalmente ci è riuscito, Roth deve avere avuto dei dubbi, e probabilmente preoccupato per la concorrenza del film di Tarsem Singh, ha ingaggiato due esperti sceneggiatori, John Lee Hancock (A Perfect World, Mezzanotte nel giardino del bene e del male, The Blind Side, The Rookie) e Hossein Amini (Drive, Jude, Le Ali della Colomba).

Con il libretto decisamente adulto in suo possesso, Roth ha collaborato con Sam Mercer, il produttore abituale di Shyamalan; una decisione che, una volta visto il film, è abbastanza comprensibile perché il tono ricorda la solennità di film come The Forest and The Lady in the Water, anche queste racconti adulti. Hanno assunto un direttore di pubblicità di videogiochi e prodotti alla moda, Rupert Sanders, che così debutta nel lungometraggio.

Sanders filma bene, ma tende al breve periodo e fatica a trovare il ritmo. Pertanto, le vecchie volpi Roth e Mercer gli hanno messo accanto un veterano con grande esperienza, il montatore Conrad Buff (Titanic, True Lies, I tredici giorni). Il risultato è degno. Il film è divertente e spettacolare, con un design brillante di produzione e gli effetti visivi di buon livello. In una certa misura, la trama sorprende, con una buona gestione del triangolo cacciatori-principe-Biancaneve.

Il casting è interessante: riunisce Theron con Stewart e mette in mezzo il belloccio Hemsworth come rude cacciatore, in stile Russell Crowe (magari...): fa un buon lavoro, perché gli lasciano un certo spazio per essere un attore e non solo un ragazzo palestrato, con i denti buoni. Di Charlize Theron non diremo molto, semplicemente che è un'attrice fenomenale, e la grande Colleen Atwood lo sa e la veste con molta cura.

La questione della crepuscolare Kristen Stewart è abbastanza chiara. Si tratta, oggi come oggi, di un'attrice mediocre: se deve dire più di due frasi, si nota che non ha la voce educata, né la dizione, né il tono o l’intensità (il discorso prima della battaglia è da nascondersi sotto la poltrona). Certamente, doppiata migliora. Inoltre, non si muove bene, non ha presenza, non sa guardare, non è brava nelle repliche .... Ma è interessante vederla per capire il fenomeno della costruzione dell’attrice con gancio: si capisce che appassioni  gli adolescenti con l'aria di ragazza normale, determinata, forte, coraggiosa, goffa, dolce. Penso ancora che la cosa migliore che ha fatto questa giovane attrice di 22 anni è stato Panic Room, dieci anni fa. Certo, allora aveva accanto Jodie Foster ...

I 127 minuti si seguono bene (è meritorio, chiaramente ne avanzano 20 o 30, meramente di transizione), perché lo spettacolo sul grande schermo è potente. Siamo in estate, nelle sale c’è l’aria condizionata, e la musica di James Newton Howard suona alla grande, come al solito. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V  (ACEPRENSA)

Il cammino per Santiago

30/6/2012. Regia: Emilio Estévez. Sceneggiatura: Emilio Estévez. Interpreti: Martin Sheen, Emilio Estévez, Ángela Molina, Deborah Kara Unger, James Nesbitt. 120 min. USA, Spagna. 2010. Giovani. (D)


Tom è un maturo oculista vedovo, che vive negli Stati Uniti, felice nel suo piccolo mondo in cui il massimo incentivo che offre sono le partite di golf. Invece, suo figlio vuole vedere il mondo, e precisamente nel viaggio per fare il Cammino per Santiago muore in un incidente. Tom deve assumere l’ingrato compito di fare un viaggio in Francia per prendere in consegna il cadavere. Ma una volta lì, decide di prendere la staffetta dal figlio, e insieme con le sue ceneri percorrere la strada fino a Santiago. Ci saranno diverse settimane dove lui soffrirà una trasformazione: il suo è un viaggio non solo fisico ma anche interiore, arricchito dal contatto con altre persone che hanno le loro ragioni per fare il pellegrinaggio a Santiago de Compostela.

Piacevole film di Emilio Estévez, con il padre interpretato da Martin Sheen. Non ha la complessità e la ricchezza di Bobby, anche se condivide con questo la presentazione di una ampia galleria di personaggi, descritti con tratti che li umanizzano. Non sono perfetti, ma tutti desiderano ardentemente la pace interiore e la felicità, le cercano non sanno dove, né come, e il loro pellegrinaggio è il modo per incanalare questi buoni desideri.

Del film si apprezzano la mancanza di pretensione e il fatto che riesca a trasmettere l’esperienza unica del Cammino de Santiago: vari motivi personali, tra cui, naturalmente, quelli spirituali e il cameratismo che si sviluppa tra quelli che si conoscono per questa occasione. Il cast è superbo, con alcuni intensi momenti drammatici, soprattutto del personaggio di Deborah Kara Unger. C’è una buona selezione di canzoni, ma qualche volta si può avere la sensazione che si tratti di un filmato promozionale del Cammino nel aspetto turistico (la Regione di Galizia ha aiutato nel finanziamento), e questo può appesantire il film, distraendo inutilmente. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: D (ACEPRENSA)

La mia vita è uno zoo

30/6/2012. Regista: Cameron Crowe. Sceneggiatura: Aline Brosh McKenna, Cameron Crowe, Benjamin Mee. Interpreti: Matt Damon, Scarlett Johansson, Thomas Haden Church, Elle Fanning, Maggie Elizabeth Jones. USA. 2011. 124 min. Tutti.


Benjamin Mee, avventuroso giornalista, ha due bambini ed è vedovo da poco. Gli si presenta la possibilità di cambiare casa. Ma quella che gli piace ha un piccolo problema: dentro c’è uno zoo chiuso al pubblico e sull'orlo del fallimento.

Cameron Crowe è un regista debole, anche nel suo miglior film, l’interessante Almost Famous. L'adattamento di un romanzo autobiografico l’ha fatto lui stesso con l'aiuto di Aline Brosh McKenna (Il diavolo veste Prada, Temptation in Manhattan) e il risultato è accettabile, anche se l'impressione è che la storia si sarebbe potuta raccontare meglio e in meno tempo.

Matt Damon fa un gran lavoro. È un attore così buono che può passare come un assassino, come un avvocato,  come poliziotto, come vedente tormentato e come un papà molto bravo che si preoccupa per i propri figli, e vuole renderli felici. Accanto a lei, Scarlett Johansson ricopre un ruolo relativamente normale, in attesa di tornare a mostrarci che la grande attrice che porta dentro (La ragazza con l’orecchino di perla) può risalire in superficie, scegliendo buoni progetti. Ingenuo, semplicistico, sciropposo,  La mia vita è uno zoo è un eccellente film per famiglie, con una grande fotografia di Rodrigo García (Babel). La bambina piccola è molto divertente, almeno nella versione originale. Alberto Fijo. ACEPRENSA

Pubblico: Tutti. (ACEPRENSA)

Marilyn

30/6/2012. Regista: Simon Curtis. Sceneggiatura: Adrian Hodge. Interpreti: Michelle Williams, Kenneth Branagh, Eddie Redmayne, Judi Dench, Emma Watson. 99 min. USA, GB. 2011. Giovani-Adulti. (S, D)


Marilyn è proprio questo: la storia di un giovane assistente di produzione che ha accompagnato la celebre attrice durante le riprese di un film e che poi pubblicò i suoi ricordi in un libro.

Che nessuno cerchi in questo film -delizioso, a volte-, un biopic o uno studio sulla complessa personalità della fidanzata  d'America. Il film è costruito su un aneddoto e tutto reca il timbro della leggerezza. Il film racconta molte cose, ma restando in superficie, senza entrare realmente in nessuna.

Parla del vuoto vitale di una stella che vuole solo essere una buona attrice ... o forse meglio una buona madre; dell abbaglio di un giovane quando si sente oggetto di attenzione; degli sforzi di un buon attore per raggiungere la fama; del sereno realismo di una attrice veterana consapevole dei pericoli che può costituire una bionda esuberante... Tutto questo nella cornice di una Hollywood che era, più che mai, una fabbrica dei sogni ... e un soppalco di giocattoli rotti. E così, alla fine, quello che il film mostra -dietro le quinte e senza discorsi magniloquenti-, è questo filo misterioso che tesse la vita con i sogni e come l’importante è riuscire nella vita, anche se non ti applaudono sul palcoscenico.

Per portare avanti questa leggera funzione era necessario un cast consistente. E c'è. Michelle Williams ricama il suo ruolo, supportato da una caratterizzazione incredibile, Judie Dench è un valore sicuro, Emma Watson conferma che c'è vita dopo Hermione, e Kenneth Branagh ... in breve, è Laurence Olivier: con questo è detto tutto. Ana Sanchez de la Nieta. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-Adulti. Contenuti: S, D (ACEPRENSA)

La guerra è dichiarata

30/6/2012. Regista: Valérie Donzelli. Sceneggiatura: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm. Interpreti: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, César Desseix, Gabriel Elkaïm, Elina Löwensohn. 100 min. Francia. 2011. Adulti. (X)




Ad una festa - dove altro?-, Romeo incontra Giulietta, si innamorano e vanno a vivere insieme. Con entusiasmo montano l’appartamento, poi ricevono il bambino con gioia. Ma presto ci sono problemi: il piccolo li tirannizza, complica loro la vita, prima piange, poi vomita, poi gli scoprono un tumore maligno al cervello. Improvvisamente questa sofferenza cambia tutto: è la guerra contro la malattia, la morte e la depressione. Romeo e Giulietta si scoprono di più e meglio, si vogliono bene più e meglio attraverso la sofferenza e la lotta per suo figlio, e lasciano assolutamente tutto per lui.

L'allestimento, semplice ma pieno di forza e fatto di piccole cose cariche di tensione drammatica, conta con la voce in off di un narratore che ti aiuta a capire cosa sta succedendo e dà alla storia il tono di una favola. L'interpretazione della coppia principale è molto indovinata per la sua semplicità. Bisogna segnalare che i protagonisti sono una coppia di fatto e hanno un bambino, cioè interpretano loro stessi, e hanno scritto la sceneggiatura. E messi al lavoro, toccano una manciata di questioni importanti: il senso della vita e della sofferenza, approfondire nell’amore, le cose che contano, quelle che durano ...

A differenza di altri film su bambini affetti da cancro che abbiamo visto negli ultimi anni, ci si concentra sui genitori, non sui piccoli, e quindi è molto più duro rispetto agli altri. Vediamo soffrire i genitori e lo spettatore è un membro in più della famiglia, condividendo con loro il problema. Un film intelligente, suggerente, interessante, duro. Molto francese. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: X (ACEPRENSA)

Men In Black 3

26/5/2012. Regista: Barry Sonnenfeld. Sceneggiatura: Ed Salomon. Interpreti: Tommy Lee Jones, Will Smith, Linda Fiorentino, Vincent D'Onofrio. 100 min. USA. 2012. Giovani.


Barry Sonnenfeld (La famiglia Addams, Get Shorty), continua sul filone della commedia. Parte di un fumetto Marvel, di Lowell Cunningham, e approfittando della moda extraterrestre favorita da X-Files, tesse una parodia efficace, con momenti molto divertenti. Si possono aprezzare punti di connessione con Mars Attacks!  di Tim Burton, ma Men in Black è più politically correct, meno trasgressivo.

Un corpo speciale ultrasegreto –MIB, Gli Uomini in Nero- regola il soggiorno nella Terra delle creature provenienti da altri pianeti, secondo lo schema di una sofisticata dogana intergalattica, il che garantisce che i terrestri vivano nella pacifica ignoranza della loro presenza. L'arrivo clandestino di un bellicoso alieno mette però in pericolo la Terra.

Il film basa la sua efficacia sulla coppia di attori Tommy Lee Jones e Will Smith, dove contrasta bene la serietà imperturbabile del primo con la spontaneità del secondo. Ci situazioni memorabili, come l'esame di ammissione di Smith nel MIB e l'apprendimento successivo. Solo di tanto in tanto il film scade nella battuta un pó rozza. Il film, prodotto da Steven Spielberg, ha alcuni formidabili effetti speciali della ILM e una curata direzione artistica di Bo Welch, in particolare quelli della sede centrale del MIB. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. (ACEPRENSA)