A Christmas Carol

12/12/2009. Regista: Robert Zemeckis. Sceneggiatura: Robert Zemeckis. Doppiaggio originale: Jim Carrey, Colin Firth, Gary Oldman, Bob Hoskins, Robin Wright Penn. 96 min. USA. 2009. Tutti.

Di Christmas Carol, il popolare racconto di Charles Dickens, sono stati fatti decine di adattamenti in tutti i formati cinematografici e di televisione. Ora, la tradizione viene continuata dal regista americano Robert Zemeckis, che lo porta sul grande schermo attraverso le moderne tecniche di animazione motion capture, che lui stesso ha sviluppato in The Polar Express e Beowulf.



Ci ritroviamo ancora una volta nella Londra nel 1843, dove Ebenezer Scrooge, uomo cupo, solitario e avido, porta a spasso il suo egoismo. Soffrono della sua mancanza di solidarietà soprattutto il suo segretario Bob Cratchit – sofferto padre di famiglia numerosa, con un figlio disabile-, e il suo allegro nipote Fred. Ma l'avaro Scrooge reagisce soltanto quando una vigilia di Natale gli appare l'anima perduta del suo socio Marley -morto un anno prima-, che gli presenta i fantasmi del Natale passato, presente e futuro.

Il film allunga troppo il breve racconto di Dickens, cede subito all'istrionismo di Jim Carrey, ed a volte risulta molto fantasioso, altre convenzionale. In ogni caso, la sceneggiatura è fedele allo spirito della storia originale, in particolare nella sua lucida critica del materialismo e l’esaltazione emotiva della carità cristiana. Inoltre, il film risolve le sequenze oniriche e di ambientazione con grande spettacolarità, grazie al formato 3D stereoscopico. Viene fuori così una brillante produzione di carattere famigliare, molto adatta per queste date vicine a Natale. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

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The Twilight saga: New Moon

12/12/2009. Regista: Chris Weitz. Sceneggiatura: Melissa Rosenberg. Interpreti: Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Ashley Greene, Peter Facinelli, Elizabeth Reaser, Dakota Fanning. 135 min. USA. 2009. Giovani. (S)

Stephenie Meyer, come J.K. Rowling, ha ricordato ai genitori, agli insegnanti e agli editori che ai giovani può piacere leggere, ma bisogna trovare il prodotto giusto. La sua saga di vampiri ha il linguaggio di un’adolescente, una struttura classica, tutti gli elementi dei romanzi d'avventura, e un fondo di buone intenzioni. L'adattamento per il grande schermo ha provocato grande entusiasmo, e i fans di Twilight, malgrado le loro numerose obiezioni, hanno finito per dare il via libera. La seconda puntata degli amori di Bella Swann e del suo fidanzato Edward Cullen era attesa senza remore.



La storia comincia dove finiva Twilight. Bella Swann rimane profondamente innamorata dell’attraente vampiro e vuole entrare nel clan per restare sempre accanto a lui. Naturalmente, Edward si rifiuta. La situazione diventa insostenibile: insieme ai Cullen, Bella è in pericolo, come viene evidenziato da un piccolo incidente durante una festa. Per proteggerla, Edward decide di allontanarsi della sua vita. Bella, triste e sola, trova conforto nel suo vecchio amico indiano Jacob Black, il che darà il via a nuove avventure.

Ci sono poche variazioni rispetto alla prima puntata e il tema di fondo resta immutato: il vero amore richiede sacrificio e rinuncia. I produttori mantengono lo stesso tono e quasi non si nota che è cambiato il regista. Chris Weitz (About a Boy-Un ragazzo) segue le orme di Catherine Hardwicke; tutti vogliono tradurre fedelmente i romanzi di Stephenie Meyer -sempre presente sul set-, il che non è certamente una cattiva idea, visto il successo di Twilight.

Questo film ha più azione di quello precedente e una trama più complessa: per molti, è il miglior romanzo della saga. Ora sono due i pretendenti in lizza per l'amore della dama, e due stirpi che si confrontano. L'atmosfera migliora, e ha un delizioso tocco surreale, al quale contribuiscono il direttore della fotografia, lo spagnolo Javier Aguirresarobe, e la musica di Alexandre Desplat. Per i fan della saga. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

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2012

12/12/2009. Regista: Roland Emmerich. Sceneggiatura: Roland Emmerich, Harald Kloser. Interpreti: John Cusack, Chiwetel Ejiofor, Amanda Peet, Oliver Platt, Thandie Newton. 158 min. USA, Canada. 2009. Giovani.

Un particolare allineamento di pianeti in cielo porta ad un aumento dell'attività solare e, quindi, la Terra ha i giorni contati: il 21 dicembre 2012 sarà il giorno del Giudizio. Alcuni pochi scienziati hanno capito e hanno avvisato le autorità. I governi leader del mondo si uniscono nel tentativo di far sì che la razza umana sopravviva al disastro.



2012 viene dalla fantasia di Roland Emmerich, autore di Independence Day e The Day After Tomorrow, avventure nelle quali è stato sul punto di distruggere il pianeta, e con le quali 2012 ha molte somiglianze. Ora, se in quei film un pugno di eroi salvava il nostro pianeta e l'umanità, questa volta ciò non è possibile: il calendario Maya, da cui deriva il titolo, finisce il 21 dicembre 2012. Non è un caso che in questo periodo siano apparsi numerosi titoli e film catastrofici come la pretenziosa Segnali dal futuro, di Alex Proyas, interpretato da Nicolas Cage.

In 2012 Emmerich non inganna nessuno e non delude nessuno; offre ciò che è e ciò che ha, vale a dire la sua passione per i film di genere, insieme a una gran cultura cinematografica, molto mestiere, e potenza visiva. Dal primo momento, lo spettatore sa esattamente che cosa accadrà e come accadrà, ma comunque segue il film con interesse per ben due ore e mezzo. Il peso della narrazione ricade su due personaggi, quello di John Cusack, un genitore che vuole riconquistare l'amore della moglie e dei figli, e quello di Chiwetel Ejiofor, consulente scientifico della Casa Bianca, circondati da una squadra di ottimi attori veterani. Le loro storie si intersecano e si separano, ad un ritmo sempre più intenso, in una cascata continua di sentimenti, umorismo e azione. Non importa che la sceneggiatura sia incredibile -questo è un punto di partenza-: importa la messa in scena, lo spettacolo, l’ingenuità delle impostazioni, e il fondo positivo che ha il film: famiglia, pietà, bontà e dedizione.

Una cascata di effetti speciali ben fatti, di strizzatine di occhio a quasi tutto il cinema catastrofico precedente, e un lieto fine godibile da tutta la famiglia, a patto di sospendere lo spirito critico e di prepararsi, come un bambino, a mangiare popcorn . Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

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Planet 51

12/12/2009. Regista: Javier Abad, Jorge Blanco, Marcos Martínez. Sceneggiatura: Joe Stillman. Animazione. 90 min. Spagna, GB, USA. 2009. Tutti.

Il film più costoso nella storia del cinema spagnolo è una piacevole sorpresa. Lo dico fin dall'inizio: mi piace molto Planet 51. Ovviamente, un film così costoso, che ha come sceneggiatore lo scrittore americano Joe Stillman (co-autore delle sceneggiature per i due Shrek) deve essere considerato come un film di serie A, e come tale deve essere giudicato.



Non voglio raccontare molto della trama del film, perché la sua bellezza sta soprattutto nell'originalità dell’approccio, a partire dall'arrivo di un’astronave americana al Pianeta 51, mai calpestato prima da essere umano.

Credo che la sceneggiatura di Stillman abbia il bello di Shrek, col vantaggio di evitare le barzellette oscene, le continuane strizzatine d'occhio allo spettatore adulto non troppo sottile, e le stanche parodie di tante storie e filmati precedenti. Come si può intuire, Shrek non mi entusiasma.

Dal punto di vista della realizzazione, Planet 51 è molto ben realizzato, con un’animazione di buona qualità, anche se ovviamente non raggiunge il livello di Pixar. Il film ha ritmo, simpatia, e dei personaggi divertenti e accattivanti. Si può criticare il fatto che la trama contiene alcuni elementi convenzionali, ma penso che questo sia compensato da una vitalità nei personaggi e nelle loro avventure mai finora raggiunta nel cinema spagnolo d'animazione; tutto ciò, confrontato con i film americani di bilancio simile, lascia Planet 51 nella parte alta della classifica.

In breve: un film notevole, molto divertente, perfettamente vendibile sul mercato internazionale, cui è destinato (il doppiaggio originale è in lingua inglese). Alberto Fijo. ACEPRENSA.

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Il mio amico Eric

12/12/2009. Regista: Ken Loach. Sceneggiatura: Paul Laverty. Interpreti: Steve Evets, Eric Cantona, Stephanie Bishop, Gerard Kearns, Stefan Gumbs. 116 min. GB, Francia, Italia, Spagna. 2009. Giovani-adulti. (SD)

Simpatico film di Loach con il suo abituale sceneggiatore Paul Laverty. La vicenda si occupa di Eric, un postino un po’ depresso: la sua seconda moglie lo ha lasciato, e i suoi due figliastri sono degli irresponsabili che lo mettono nei guai. Inoltre, la figlia che aveva dal suo primo matrimonio gli chiede di occuparsi del suo neonato, cosa che favorisce il ricongiungimento con la moglie iniziale, Lily, che Eric aveva abbandonato in un attacco di panico. Ora ha soltanto il sostegno dei suoi colleghi postini, dei veri amici ... e del calciatore Eric Cantona, che, come un amico immaginario, gli fornisce dei consigli per raddrizzare la sua vita.



È una novità che Loach inserisca un elemento magico nel suo cinema. Perché Eric Cantona, interpretato da lui stesso, diventa una sorte di angelo custode, con funzione simile a quello del classico La vita è meravigliosa. Il calcio diventa una metafora di come Eric deve affrontare i suoi problemi; in questa chiave è importante l’affermazione del giocatore, quando afferma che il momento di cui va più orgoglioso nella sua carriera sportiva è quando ha realizzato un assist.

Il regista e lo sceneggiatore non rinunciano al realismo e naturalismo tipici dei loro film, soprattutto nelle conversazioni tra i postini. Forse le due storie principali –la seconda opportunità matrimoniale e i problemi dei figliastri con alcuni prepotenti- non si armonizzano fino in fondo, ma la presenza di Cantona è un ponte che maschera il problema.

Il finale, anche se a livello di commedia leggera, ha la sua bellezza, fa sorridere amabilmente e risulta ottimista. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: S, D (ACEPRENSA)