Pelham 1-2-3: ostaggi in metropolitana

26/9/2009. Regista: Tony Scott. Sceneggiatura: Brain Helgeland, tratto dal romanzo di John Godey. Interpreti: Denzel Washington, John Travolta, John Turturro, James Gandolfini, Luis Guzmán, Jason Butler Harner. 121 min. USA. 2009. Giovani-adulti. (VD)

Il convoglio della metropolitana di New York, che parte da Pelham alle 1.23, viene sequestrato. I criminali esigono 10 milioni di dollari, che devono essere loro consegnati entro un'ora, oppure uccideranno un ostaggio per ogni minuto di ritardo.



Credo che la nuova versione del romanzo di John Godey non deluderà neanche coloro che hanno visto il film precedente, girato da Joseph Sargent nel 1974, assai più aderente al romanzo. Questo adattamento è stato ripensato per una New York molto cambiata, a 35 anni dalla prima pellicola. I film catastrofici si concludono ora con finali felici, e gli eventi apocalittici si vedono come perfettamente realizzabili. Anche adesso.

Così, davanti alla notizia del sequestro, la domanda che si pongono le autorità e la stampa non è più “Come è stato possibile?” Ma invece: “Saranno terroristi?”. L’enigma resta quello di sempre: come i sequestratori possano pensare di uscire dalla metropolitana, facendola franca. E su questo punto, bisogna ammettere che il film è stato ripensato in modo impareggiabile: la recente tecnologia rende ora più difficile non solo il compito della polizia, ma anche quello dei criminali. Lo sceneggiatore, Brian Helgeland (L.A. confidential, Mystic River), ha fatto un lavoro di grande spessore. Per di più, ha introdotto un paio di temi morali interessanti: i limiti della corruzione e la possibilità di redimersi.

Il cattivo alla guida della banda dei sequestratori è John Travolta, che crea un personaggio moderno e caratterizzato: da manuale. Il personaggio di contrasto è Denzel Washington, che interpreta un dirigente della società di trasporti. Il film è incentrato su loro due, al novanta per cento; mentre il restante dieci per centro spetta agli SWAT, le scene di azione e gli effetti speciali. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani-adulti. Contenuti: V, D (ACEPRENSA)

Drag me to hell

26/9/2009. Regista: Sam Raimi. Sceneggiatura: Sam Raimi, Ivan Raimi. Interpreti: Alison Lohman, Justin Long, Adriana Barraza, Lorna Raver, Dileep Rao. 99 min. USA. 2009. Giovani (V).

Nessun è obbligato ad amare i film horror, nel cui genere rientrano comunque maestri, artigiani e principianti. Sam Raimi può esservi catalogato come maestro. Drag Me to Hell è un ritorno alle origini di questo regista cinquantenne, che da troppo tempo latitava dal genere che gli aveva garantito la celebrità (Evil dead).



Drag Me to Hell è un film meravigliosamente accademico e denota tutto il savoir faire di Raimi: come sceneggiatore, come regista e come esperto. Il prologo, raccapricciante e breve, introduce al tema. Poi, con sorprendente facilità, ecco in rassegna tutti i personaggi del dramma: da una parte Cristina, affascinante impiegata di banca; a seguire, Clay, il fidanzato perfetto di lei, ricco e scettico, ma disposto a tutto, per l'amata; infine, in ufficio, l'amabile capo e l’arrampicatore sociale, rivale e nemico di Cristina.

Raimi s’ispira al maestro Tourneur, non soltanto nell’arte dell'allusione -più che il far vedere-, o nell’elaborazione di atmosfere inquietanti, ma soprattutto per la trama, che sembra uscire direttamente dal sensazionale romanzo La notte del demonio, dove un uomo maledetto ha tre giorni di tempo per sfatare l’oggetto che lo trasforma nel bersaglio dell’ira e della persecuzione di un demonio; inoltre, come nel prototipo, vi ha luogo un’interessante discussione sulla fede nelle cose spirituali, con tanto di morale della storia. A differenza di Tourneur, Raimi vi appare come simpatico mascalzone ed i suoi film horror spaventano, ma anche fanno ridere. Raimi sembra divertirsi un mondo, nel gusto per la presa in giro macabra, miscelando sottili e inquietanti accenni al sopranaturale, a forza di colpi d’ascia, bagni di sangue o bave che scendono giù dai posti più inverosimili. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Il mistero della pietra magica

26/9/2009. Regista: Robert Rodriguez. Sceneggiatura: Robert Rodriguez. Interpreti: Jimmy Bennett, Kat Dennings, Trevor Gagnon, Rebel Rodriguez, Jake Short. 89 min. USA. 2009. Tutti.

Ci troviamo in un quartiere residenziale di lusso, nel Texas, dove tutti e tutte le cose sono proprietà della società del cattivo Carbon Black. Toby non ha amici, e ogni giorno a scuola è tormentato dai perversi figli di Black. Ma un giorno, per caso, cade nelle sue mani una pietra magica multicolore…



Robert Rodriguez, autore della trilogia Spy Kids, torna con un’altra avventura di bambini, per bambini. Il quarantunenne regista texano sembra ammonire a fare attenzione, quando si desidera qualcosa. Rodriguez parla di famiglia, comunicazione, ambizioni ed amici. Torna a impersonare il regista tuttofare: sceneggiatore, produttore, responsabile di fotografia, montatore, autore della colonna sonora e… se non bastasse, eccolo coinvolgere -ancora una volta-, nel progetto, vari membri della sua famiglia. Il risultato è una delirante e talvolta confusa esplosione d’immagini, suoni e idee, che volano a tutta velocità attraverso lo schermo. È un Rodriguez all'ennesima potenza, carico di valori, barocco, deliberatamente imperfetto, intriso di assurdità, tocchi di genialità, ma infine molto divertente. Fernando Gil-Delgado. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti. (ACEPRENSA)

Le avventure del topino Desperaux

26/9/2009. Regista: Rob Stevenhagen, Sam Fell. Sceneggiatura: Gary Ross. Animazione. 93 min. GB, USA. 2008. Tutti.

L’idillica felicità del regno di Doremi, il paradiso della zuppa, viene infranta quando un topo pirata, chiamato Roscuro, provoca -senza volerlo- la morte della regina. Ed è allora che il re espelle dal regno tutti i roditori, proibisce la zuppa e nella propria tristezza ottiene di sprofondare nella melanconia anche la bella figlia. Ma poi nasce Despereaux, curioso e temerario topolino, minuto ma dalle immense orecchie, incapace di aver paura, e che sogna di poter lottare come un cavaliere di ventura. L’opportunità arriva quando la principessa si ritrova vittima di un intrigo, nel quale sono implicati il topo Roscuro e una domestica.



Sam Fell e Rob Stevenhagen hanno lavorato alla DreamWorks Animation. Il primo è stato uno dei registi di Giù per il tubo. Ora sono in due a far bella figura in Le avventure del topino Despereaux, magnifica coproduzione britannico-statunitense, che adatta il popolare romanzo infantile di Kate Di Camillo, venduto già in diversi milioni di esemplari in tutto il mondo, specialmente in area anglosassone. Si tratta di una raffinata favola a sfondo morale che, sottolineando l’importanza di perdonare ed essere perdonati, al contempo fomenta l’amore per i libri ed esalta i valori dell’ideale cavalleresco.

Da tutto ciò ne esce un'eccellente animazione in 3D, molto espressiva nei gesti, spettacolare nelle scene di azione e con ambientazione molto creativa, circa i tre ambienti dove si svolge l’azione: il triste universo umano, il caotico e sudicio sotto-mondo dei topi di fogna e l’ordinato regno dei topolini. Sorprende, inoltre, il vigore e la profondità dei conflitti drammatici che coinvolgono i personaggi -alcuni abbastanza complessi-, e tutto in una trama ricca, dove bene e male non sono mai contrapposti in modo manicheo. Jerónimo José Martín. ACEPRENSA.

Pubblico: Tutti (ACEPRENSA)