Transporter: Extreme (Transporter 2)

3/12/2005. Regia: Louis Leterrier. Sceneggiatura: Luc Besson. Interpreti: Jason Statham, Alessandro Gassman, Amber Valletta, Kate Nauta, Matthew Modine, Jason Flemyng, Keith David. Francia, USA. 2005. 87 min. Adulti (VS)

Luc Besson diresse il suo ultimo film nel 1999, lasciandoci un pessimo ricordo (Giovanna D’Arco, quell’aborto di film interpretato da Milla Jovovich). Nel ruolo invece di produttore e sceneggiatore, questo parigino di 46 anni sembra non fermarsi più; e le cose non gli vanno neanche troppo male. L’ultimo film che lo coinvolge, è il secondo della saga di Trasporter, ancora interpretato da Jason Statham e diretto da Louis Leterrier, di cui rammentiamo l’esordio: quella pellicola molto hard, Danny the dog, anch’essa prodotta da Besson.

Frank Martin, ex membro delle Forze Speciali, fa l’autista privato professionista (transporter). Il suo prestigio è riconosciuto da tutti. Rispetta sempre le consegne ed è discreto, come d’altronde rientra nel suo stile: vestito scuro, camicia bianca, cravatta nera. Quel buono di Frank (dotato di muscoli a profusione) fa ora da autista ad un bambino, perché glielo ha chiesto un amico. Il bambino abita a Miami ed il padre è, niente di meno, che il Capo della Sezione Anti-Droga del governo americano. Frank si affeziona al ragazzino. Potete immaginare che qualcosa dovrà pur accadere, perché Frank cominci a distribuire cazzotti a destra e a manca, nonché guidare a 750 all’ora, transitando per strade, garage, palazzi in costruzione, in una folle corsa ad ostacoli assortiti.

Al primo posto negli Stati Uniti, nel primo week-end di settembre, Transporter: Estreme, pur trattandosi di un film assai convenzionale, ha qualcosa in più. Malgrado un copione così sobrio, perfino nel modo di vestire esibito dalla cattivissima bionda anoressica (sempre inquadrata in biancheria intima, una cosa di un machismo spinto), il film scorre piacevolmente, e riesce a far divertire con le spacconate del protagonista. Ci sono scintille di autentico humour, specie nel caso dello scienziato russo in camice bianco e stella rossa all’occhiello, o il pacco contenente la camicia-cravatta di ricambio, destinata a Transporter. Statham, anche qui simpatico, ha trovato il successo proprio con Besson, che lo valorizzò in Leon, dove ha lavorato nel ruolo di assassino di ghiaccio, dotato però di un codice d’onore, nonché capace perfino di un po’ d’affetto. Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: V, S (ACEPRENSA)

Il vento del perdono (An unfinished life)

3/12/2005. Regia: Lasse Hallström. Sceneggiatura: Mark Spragg, Virginia Korus Spragg. Interpreti: Robert Redford, Jennifer Lopez, Morgan Freeman, Becca Gardner, Josh Lucas. USA. 2005.107 min. Giovani. (V)

Spinta da una situazione avversa, una vedova, con figlia di 11 anni, decide di trasferirsi dal suo domicilio, nello Iowa, per tornare al ranch del suocero, in Wyoming. Einar (Robert Redford) abita con Mitch (Morgan Freeman), impiegato ed amico, con cui condivide casa e vita comune. In quel momento, lo sta curando per i postumi di un cruento incontro ravvicinato con un orso. Il rapporto tra nuora e suocero risulta davvero difficile e la nuova situazione riaprirà vecchie ferite, mai cicatrizzate.

Lasse Hallström, regista svedese di 59 anni, residente negli USA dagli inizi degli anni Novanta, si è specializzato in drammi famigliari, ambientanti in luoghi pittoreschi, nonché quasi sempre dotati di un tocco di realismo magico. Ne emerge anche un’inquadratura etica, molto presente ma di basso profilo, in quanto contaminata da pesanti tracce di un’evanescente New Age: molto spazio alla tolleranza, forte tendenza a metter in ridicolo il senso religioso della vita, impostazione edonistica, appelli incessanti a Madre Natura… Questo film girato –seconddo la moda attuale del cinema- in splendidi paesaggi canadesi, con alti e bassi e ed alcune trame troppo schematiche, viene a rinforzare la tesi che Hallström non renda molto, da regista. Con l’aiuto del suo solito e sperimentato team tecnico, riesce comunque a proporci un film solare, esaltato da due grandi attori veterani, molto fotogenici. Il rapporto tra i due amici costituisce la parte migliore di una bella storia, dove fanno capolino alcune piccole ossessioni ricorrenti in Hallström (“siete gay?” -domanda la nipotina al nonno-, affrettandosi ad aggiungere, per un’eventuale via d’uscita a quella domanda imbarazzante, “la mia professoressa di musica è lesbica”). Alberto Fijo. ACEPRENSA.

Pubblico: Giovani. Contenuti: V (ACEPRENSA)

Mr. & Mrs. Smith

3/12/2005. Regista: Doug Liman. Sceneggiatura: Simon Kinberg. Interpreti: Brad Pitt, Angelina Jolie, Vince Vaughn, Adam Brody, Kerry Washington, Keith David. USA. 2005. 120 min. Giovani-adulti. (XVD)

Il cinema specializzato in tema di “guerra dei sessi”, con marito e moglie concorrenti tra loro, sul piano professionale, ha propiziato film eccellenti come La costola di Adamo, valida commedia e, al contempo, penetrante analisi del matrimonio. Il film che qui dobbiamo commentare parte bene, ma non si mantiene allo stesso livello. John e Jane Smith sono una coppia in crisi. L’amore di un tempo, nato da un colpo di fulmine, è degenerato in un gelido rapporto, dove non ci si cura più nemmeno delle forme. Il problema sta nella mancanza di fiducia reciproca. Succede che, per i casi della vita, entrambi sono –a loro insaputa- agenti segreti di organizzazioni rivali, protetti dietro l’apparenza di una vita professionale, come tante. Quand’ecco che, in un nuovo caso, ad entrambi viene affidata la stessa missione, così le carte nascoste di ognuno vengono ora allo scoperto.

Se Doug Liman ha già dato buona prova di regista orientato all’azione e all’intrigo in The Bourne identity, adattamento di un popolare romanzo di Robert Ludlum, in questo film è proprio lui a fallire, nell’intento di unire azione, commedia e storia d’amore. Il regista mette l’accento sopratutto sull’aspetto teatrale, propinato secondo cliché ritriti, con interminabili risse tra i “carini” Brad Pitt e Angelina Jolie, capaci di far ancor peggio, rispetto alla coppia protagonista in La Guerra dei Roses. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Qualità tecnica: *. Contenuti: V+, S, X, D (MUNDO CRISTIANO)

Broken flowers

3/12/2005. Regista ed sceneggiatore: Jim Jarmusch. Intérpretes: Bill Murray, Jeffrey Wright, Sharon Stone, Frances Conroy, Jessica Lange, Tilda Swinton, Julie Delpy. 106 min. Adulti. (XD)

Originale rivisitazione, adattata alla nostra epoca, del mito di Don Giovanni. Don Johnson è donnaiolo incallito, che ha ormai toccato fondo, con il suo vizio. Dopo la rottura dell’ultimo flirt, riceve una lettera da parte di una donna che dice di essere stata -parecchio tempo fa- una delle sue fiamme. La mittente, che resta rigorosamente anonima, gli annuncia che il figlio di entrambi, la cui esistenza non aveva mai rivelato, desidera conoscerlo. La notizia lascia impassibile il protagonista, ma l’amico e vicino Winston, detective amateur, gli offre un elenco di donne con le quali ha avuto relazioni in quel periodo, completo dell’attuale domicilio. Incomincia allora il singolare viaggio dell‘eroe, che indugia nell’edonismo di sempre, nell’imborghesimento, nello spiritualismo vuoto e in rapporti estremi: la sua triste realtà.

Con il peculiare stile minimalista e tragicomico, Jim Jarmusch ci dipinge un uomo incapace di amare, che alla fine si vede obbligato a reagire, a realizzare che anche i suoi atti producono conseguenze, come il fatto di avere un figlio: non può certo ora ignorarne l’esistenza, come se non fosse mai esistito. La lettera pervenutagli rappresenta solo un indicatore: è meno rilevante infatti scoprire chi si nasconde dietro all’anonimato, che doversi immergere nello sconcerto vitale della propria esistenza, come vi è costretto ora, il protagonista. Il regista sembra peraltro troppo crudo nell’esibire gli eccessi del protagonista. Bill Murray si rivela perfetto per il tipo di uomo che il regista vuole rappresentare, anche se questo attore rischia di finire, come uno tra tanti, della collezione di personaggi presi in contropiede al momento di esaminare la propria condotta: tali appaiono -di questi tempi- i protagonisti di Lost in Traslation e Life Acquatic. Bill Murray risulta peraltro ben coadiuvato da un eccellente cast di attrici, interpreti dei ruoli secondari. José María Aresté. ACEPRENSA.

Pubblico: Adulti. Contenuti: X, D (ACEPRENSA)